FILM: BEL AMI – Villa Fondi
SABATO 12 LUGLIO – ore 21,00 FILM BEL AMI Un film di Declan Donnellan, Nick Ormerod. Con Robert Pattinson, Uma Thurman, Kristin Scott Thomas, Christina Ricci, Colm Meaney,Philip Glenister, Holly Grainger, Natalia Tena, James Lance Durata 102’ |
Parigi, fine del Diciannovesimo secolo. Georges Duroy torna dopo aver combattuto in Algeria e non ha in tasca un franco. Incontra casualmente in un locale Charles Forestier che gli regala il denaro per comprarsi un abito decente e fare il suo ingresso in società. Georges ha così modo di conoscere la moglie di Forestier Madeleine, l'editore Rousset (interessato a far cadere il governo) e sua moglie Virginie nonché la giovane Clotilde. Grazie alla figlia ancora bambina di Clotilde gli verrà dato l'appellativo di Bel Ami che tutte e tre le donne, catturate dalla sua misteriosa bellezza, utilizzeranno. Grazie a loro Georges, che è un piacevole contenitore vuoto, farà carriera calpestando però i sentimenti di ognuna.
Correva l'anno 1919 e già l'ancora muto cinema italiano si impossessava del libro di Guy de Maupassant per farne un film. Da allora periodicamente la figura dello sciupafemmine arrampicatore sociale Georges Duroy è tornata a fare la sua comparsa nelle sale cinematografiche. Tocca ora a Robert Pattinson rinverdirne il ruolo cercando di scrollarsi di dosso il personaggio che gli ha dato una precoce riconoscibilità internazionale nella saga di Twilight. Di vampiri che rischiano di entrarti nel sangue e nella carriera ne hanno saputo qualcosa Bela Lugosi (che si fece seppellire con l'abito da Dracula) e lo stesso Christopher Lee che, nonostante gli innumerevoli e importanti altri ruoli interpretati nella sua lunga carriera, ancora oggi si sente fare domande sul personaggio che gli diede fama internazionale e che oggi vorrebbe non sentirsi più citare. Se la messa in scena di Donnellan e Ormerod non brilla per originalità va dato loro atto che hanno saputo lavorare con un cast di alto livello liberando Pattinson dal giogo di cui sopra puntando tutto sul carattere di bel tenebroso incapace di provare un sentimento vero.
Se le manovre di alcova restano in primo piano e le caratterizzazioni che Turman, Scott Thomas e Ricci offrono di tre diverse età e modi di concepire la passione verso un uomo, nel film c 'è anche (e non poteva non esserci) un richiamo al presente. Perché siamo di fronte a un potere mediatico che offre, grazie a un giornalista che si fa scrivere i pezzi da una delle sue donne, al potere politico dei pretesti per un'impresa coloniale. Ogni riferimento a fatti e persone di questi anni non è da considerarsi per nulla casuale e ci dimostra come gli scrittori degni di tale nome sapessero guardare alla società del proprio tempo con grande lucidità. Dato poi che la storia sembra destinata a ripetersi senza che nulla si sia imparato da essa il loro ruolo diviene al contempo anche profetico. Così nel personaggio di Bel Ami possiamo riconoscere dei nostri contemporanei, magari meno piacevoli a vedersi ma altrettanto rapaci, privi di talento e di scrupoli.
(dal sito www.mymovies.it)
LIBRO: L’OPERA VIVA – Villa Fondi
VENERDI’ 11 LUGLIO – ore 20,30 Per “I salotti del Venerdì” presentazione del libro L’OPERA VIVA di Sergio De Santis Modera |
Per Leo, che ama il mare, vivere è una continua, incerta navigazione. A trentacinque anni sente di avere poche sicurezze e troppe rotte da correggere: la sua e quelle dei suoi alunni. Insegnante alle scuole superiori, ogni santo giorno cerca di condurre in porto sana e salva una classe che a volte gli sembra una flottiglia di zattere improvvisate, destinate a perdersi nella tempesta del proprio tempo. In gergo marinaresco, Leo lo sa bene, l'opera viva è la parte sommersa di un'imbarcazione, quella che lavora con l'acqua per generare il moto, mentre l'opera morta, la parte visibile, è solo il guscio esterno. Ed è convinto che anche nelle persone sia la parte sommersa quella decisiva. Come ogni marinaio, Leo incontra una sirena incantatrice, ma per fortuna – così sostiene lui – riesce a tapparsi le orecchie in tempo. Anche se ha una patente nautica per andare ovunque, preferisce navigare a vista, senza mai lasciarsi troppo andare. Sospetta sia proprio questo a guastare i suoi rapporti con le donne, gli amici, i colleghi, gli alunni... No, con gli alunni no. Anzi, sono loro l'oceano sul quale a volte si distende per riposare e sentirsi vivo. Ma solo un istante, perché è lui a dover tenere strette le cime che gli lanciano dai banchi ed evitare che la sua flottiglia naufraghi. Di naufragi Leo ha grande esperienza, anche sulla terraferma, e ha imparato che un naufragio può insegnare molto, purché si sia pronti a riprendere subito il mare e si abbia qualcuno a cui raccontare lo scampato pericolo. Il mare è un labirinto indifferente che si compone e scompone a ogni istante, ma basta saper cogliere quello giusto per ritrovare la rotta. La navigazione nel mare aperto della vita e l'educazione di ragazzi che della vita devono apprendere tutto; un tema che non cessa di riguardarci ed emozionarci e che si fa ancora più intenso in virtù di una scrittura esatta ed energica come un colpo di remo, nutrita di suggestioni letterarie eppure calata nel quotidiano, attentissima alle persone e alle cose, di cui sa captare e restituire con immediatezza la complessità: asperità e dolcezze, il lato tragico e quello comico, tutta la bellezza che si nasconde appena sotto la superficie.
LIBRO: PAN CHALU’ – Villa Fondi
(recensione di Luigi De Rosa
tratta dal blog della “Libreria l’Indice”)
Stringo tra le mani questo libro, ne leggo il titolo . Pan Chalù, mi chiedo cosa significhi, mi soffermo a guardare il viso del ragazzino ritratto in copertina, indossa una divisa coloniale, sta seduto su di una barca e guarda dietro: vuol tornare? Perché? Dove lo stanno portando?
Gennaro Pagano di Melito è il padre di quel bambino, ingegnere all'Ansaldo di Genova, originario di Piano di Sorrento, precisamente della frazione di Petrulo, borgo,che un tempo aveva il colore lucente delle foglie del gelso e il grigio intenso delle pietraie, vi si coltivavano i bachi da seta e questa è una storia che ha ordito di seta. Gennaro conobbe un certo Benito Mussolini quando il cosiddetto duce era socialista, combattè sui MAS (Motoscafo armato silurante) con un certo Gabriele D'Annunzio soldato e non ancora Vate. Gennaro, pluridecorato delle due guerre, disse di no due volte a Mussolini quando da socialista diventò fascista, gli salvarono la vita due amici di cuore Galeazzo e poi suo padre Costanzo Ciano che lo spedirono lontano dalla piovra fascista in Cina a rimpinguare il corpo diplomatico. Quindi è laggiù che sta andando anche il ragazzino immortalato nella foto , si chiama Gaetano Pagano di Melito. A Pechino i Pagano conducono una vita tranquilla nei primi tempi. I Pagano, padre e figlio, al contrario degli altri diplomatici, non disprezzano i Cinesi anzi hanno voglia di confrontarsi e conoscere questo grande popolo. Gaetano impara l'antica lingua degli Imperatori, ne scopre i toni e la profondità grazie anche al suo primo amore Yen Weichü, studentessa e attrice che con la sua arte combattè gli oppressori Giapponesi. Yen Weichü mi ha fatto venire in mente, leggendo le considerazioni che ha per lei Gaetano : (女媧): Nüwa , un'antica dea cinese che, accortasi che i demoni del male avevano squarciato il cielo, cercò e trovò sette pietre colorate con le quali suturò lo strappo inventando l'arcobaleno, solo il coraggio di una donna sa cucire il cielo. Gaetano a sedici anni si fa prestare una moto da un amico del padre, un Harley Davidson,e con questa parte alla scoperta dell'immensa Mongolia, "follemente" solo, con tre taniche di benzina agganciate al posteriore alla bene e meglio. Gaetano incontra i Mongoli, signori dei cavalli, dopo un viaggio di svariati chilometri attraverso la steppa. Quando i cavalieri della stirpe aurea si vedono venire incontro questo ragazzino bianco che cavalca un asino di ferro dalle lunghe orecchie che scorreggia rumorosamente, scoppiano a ridere; lui scende dalla moto e chiede al grande capo di cavalcare uno dei suoi cavalli. Ci passa su un paio d'ore cadendo e rimontando tutte le volte,dimostrandogli di saperlo fare ,vincendo la sua diffidenza , "un uomo che è capace di cavalcare un cavallo mongolo è degno di stima". Quest'episodio mi ha ricordato Ernesto Guevara che corre alla scoperta della suo continente latino americano su una Norton 500 tutta scassata ed anche il Che tornerà prepotente, lo scoprirete leggendo il libro, in questa straordinaria vita. Gaetano, tornato a Pechino trova la situazione completamente cambiata, i Giapponesi hanno messo a ferro e fuoco il paese, soprattutto i tentacoli fascisti sono giunti fin lì, Gennaro Pagano di Milito è stato assassinato, l'ordine è partito da Roma. Gaetano reagisce alla morte del padre ,gridando vendetta e, unendosi ai ribelli , fugge sulle montagne. Impara l'arte della guerriglia. E' il tempo della sofferenza e della lotta che si concluderà con la sconfitta dei Giapponesi e le due bombe americane di Hiroshima e Nagasaki. Si torna a casa , ma solo per poco , il tempo di rimarginare le ferite ed eccolo in Messico giornalista e fotoreporter indipendente (già perché Gaetano non ha mai avuto padroni), qui conoscerà l'altra figura centrale della sua vita Fidel Castro, con lui vivrà le sconfitte e le vittorie quelle contro Battista e gli Americani. Seguirà poi la Svezia , la Lapponia, l'amicizia con il grande Olof Palme e poi di nuovo giù in Angola al fianco di Che Guevara e Agostino Neto a raccontare e documentare stragi e soprusi consumati da Portoghesi, Sudafricani e Americani, già proprio loro, i paladini della giustizia (quella ad uso e consumo loro) che lo faranno controllare insistentemente dalla CIA.
Infine il ritorno a casa, quando anche in Svezia cominciò a tirare una brutta aria e lo stesso Olof Palme pagò con la vita il nuovo "giro di giostra", sì, Gaetano Pagano di Milito per intelligenza e umanità ha molto di Tiziano Terzani, entrambi ci hanno insegnato ad amare l'Oriente, meglio: a rispettare il prossimo. Pan Chalù è stato un grande uomo, sì Pan Chalù è semplicemente l'allitterazione in cinese del nome proprio "Gaetano", ed era così che i discendenti di Gengis Khan impararono a chiamare il ragazzino italiano che cavalcava l'asino di ferro. Pan Chalù è fra quei pochi uomini che al cospetto della morte potranno permettersi di dire, come Pablo Neruda: Confesso che ho vissuto.
ORCHESTRA EUTEROCK – Villa Fondi
PROCESSIONE DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
DOMENICA 6 LUGLIO 2014
Piano di Sorrento
PROCESSIONE DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
MARINA DI CASSANO
ORE 07:00 - Processione con il seguente percorso: Marina di Cassano, Vico S. Giovanni, Saluto Chiesa S. Giovanni, Madonna di Rosella, I sosta di preghiera nella Chiesa Madonna di Rosella, Via Cassano, III Trav. Bagnulo, Via Bagnulo, II Trav. Bagnulo, Trav. Gottola, II sosta di preghiera Via Gottola, Via C. Amalfi, Via Bagnulo all‘incrocio con Via dei Pini III sosta di preghiera, attraverso Parco dei Pini Corso Italia, Piazza Cota IV sosta di preghiera, Corso Italia, Piazza Mercato, Mercato ortofrutticolo V sosta di preghiera, attraverso P.co Corsicato, Via delle R0se. piazza delle Rose VI sosta di preghiera, Via S. Michele.
ORE 10:00 - Basilica di S. Michele, Messa Solenne, al termine proseguimento della processione, Via F. S. Ciampa, parcheggio F.lli D'Alessio VII sosta di preghiera, Via delle Rose, Via Savino, Via Ripa di Cassano, VIII sosta di preghiera in prossimità Hotel la Ripetta, Via Marina di Cassano.
ORE 12:00 - La processione procede via mare, benedicendo il litorale da Marina Grande in Sorrento. Al rientro sarà posta in mare una corona di alloro in ricordo di tutti i caduti in mare. IX sosta di Preghiera Tettoia banchina pescatori, X di preghiera in prossimità ascensore, XI sosta preghiera al porto turistico.
O’ CIUCCIARIELLO: TRIBUTO A ROBERTO MUROLO – Villa Fondi
SABATO 5 LUGLIO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi
Espedito De Marino
Voce e chitarra
presenta
O’ CIUCCIARIELLO
Tributo a Roberto Murolo