la settimana santa

I PROSSIMI EVENTI A PIANO DI SORRENTO

PIANO DI SORRENTO È TRA LE “CITIES FOR LIFE”, CITTÀ CONTRO LA PENA DI MORTE

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Il Comune di Piano di Sorrento celebra, per il terzo anno consecutivo, la “Giornata mondiale delle Città per la vita, Città contro la pena di morte”, impegno morale testimoniato simbolicamente lunedì 30 novembre con l'illuminazione straordinaria del Monumento ai Caduti posto in Piazza Cota.

L’iniziativa è volta a manifestare la comune volontà ad accelerare la definitiva scomparsa della pena capitale dal panorama giuridico e penale internazionale e rappresenta la più grande mobilitazione contemporanea planetaria per indicare una forma più civile di giustizia, capace di rinunciare definitivamente alla pena capitale. Promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, la rete di Municipalità “Cities for life” vede l'adesione della Città di Piano di Sorrento con la Delibera di Consiglio n°34 dei 27/11/2013 e di altre 2000 realtà, nel giorno in cui 229 anni fa, nel 1786, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo firmò la prima abolizione della pena di morte in uno Stato europeo.

In 14 anni l'evento, finalizzato a porre al centro dell'attenzione pubblica una tematica attuale ed estremamente delicata, oltre che a «ribellarsi contro la globalizzazione dell’indifferenza» e ad «influenzare positivamente le politiche su scala globale», come recita il motto della campagna di sensibilizzazione, ha visto illuminarsi 63 monumenti in 92 Nazioni su 6 continenti promuovendo un totale di 5337 eventi sul territorio. «Nel 1786 l'impossibile è diventato possibile - si legge nel messaggio degli organizzatori - ma non lo è ancora per tutti. Un albero cresce, anche se non fa rumore. Così la nostra cultura si fa mentalità. E passa ogni anno dal tuo impegno e dalla tua città».

23 NOVEMBRE 1980 – LE VITTIME

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Matteo Conte, 33 anni di Sant'Agnello

Lucia Cappiello, 83 anni di Piano di Sorrento

Maria Carotenuto, 18 anni di Piano di Sorrento

Dora Carotenuto, 16 anni di Piano di Sorrento

Angela Carotenuto, 38 anni di Piano di Sorrento

Carolina Quinto, 78 anni di Piano di Sorrento

Andrea del Vecchio, 47 anni di Piazzola di Nola

Antonella Terranova, 39 anni di Piano di Sorrento

Maria Concetta Terranova, 42 anni di Piano di Sorrento

Antonino Martorelli, 12 anni di Piano di Sorrento

Siamo morti infarinati
come pagliacci di un circo equestre
in più soltanto un filo di sangue dalla bocca.
..........
E così siamo morti da emarginati
da antichi clandestini della storia.
(Domenico Rea)

23 NOVEMBRE – PER NON DIMENTICARE…

manifesto sisma 80

23 NOVEMBRE – PER NON DIMENTICARE….

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ulivo

LUNEDI’ 23 NOVEMBRE 2015

ore 18,30 
Basilica di San Michele Arcangelo

CELEBRAZIONE EUCARISTICA
IN MEMORIA DELLE VITTIME
DEL TERREMOTO DEL 1980

ore 19,34
Via delle Rose

PREGHIERA E BENEDIZIONE
DELL’ULIVO DELLA PACE

ore 20,00
Centro Culturale Comunale

23 NOVEMBRE 1980
23 NOVEMBRE 2015

PER NON DIMENTICARE…..

 

UNA CHIESA IN ROVINA di Ciro Ferrigno

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La tremenda scossa di terremoto alle 19.35 del 23 novembre 1980 era stata un disastro.
Tra gli edifici seriamente danneggiati c’era la Basilica di San Michele. Già dall’esterno si notavano le grandi lesioni alla base del campanile, poi pietre e calcinacci dappertutto. Il timpano della facciata era crollato e tutte le pietre avevano danneggiato non poco la scala di accesso al tempio. Quando arrivai, il Parroco don Saverio Sessa era li, immobile e si guardava intorno… lo abbracciai, erano ormai più di otto anni che non frequentavo la Parrocchia, e dissi: “Parroco, non vi preoccupate… ricostruiremo tutto…” Il mio non era un plurale majestatis, ma la voce di un figlio del popolo che credeva di interpretare il pensiero di tutti. Il parroco si commosse.
A modo mio cercai di mantenere la promessa e, già nei primi mesi dell’81 con i giovani della mia Compagnia teatrale, cominciai a mettere su “Una chiesa in rovina”, un dramma sacro scritto dal grande Francesco Saverio Mollo, che avremmo realizzato con la collaborazione dell’Autore, della Corale Elpis e del Comune.
Fu in questa occasione che capitò un fatto curioso. Per la realizzazione del lavoro serviva una grande croce di legno, che avrebbe campeggiato sulla scena del Teatro Delle Rose nella parte finale del dramma. Mi rivolsi a Mastu Mario, un falegname di una certa età che aveva la bottega all’imbocco di Via Casa Lauro, a sinistra per chi viene da Piazza Cota; un gentiluomo di stampo antico, serio, solerte e timorato di Dio. Com’era ed è nel mio stile, chiesi la croce per un dato giorno, uno o due prima dell’effettiva realizzazione del lavoro teatrale, ma, per un motivo che non ricordo, quel giorno non l’andai a ritirare. Il buon Mastu Mario, non vedendomi arrivare, preoccupato del ritardo, si caricò del patibolo e cominciò a girare per tutto il paese chiedendo ogni tanto se qualcuno avesse per caso incontrato Ciro Ferrigno. Finalmente Mastu Mario incontrò la signora Tecla, le cui figlie erano impegnate nella rappresentazione de “La chiesa in rovina”, la quale gli chiese: “Masu Mario addò state jenno? Me parite Giesù Cristo!” Al che il mastro rispose: “Vaco truvanno a Ciro Ferrigno; Chillo ha dda fa’ ‘a recita int’’o tiatro e ‘nce serve chesta croce!” La signora gli spiegò che lo spettacolo si sarebbe svolto la sera del giorno successivo e che quindi poteva tornarsene sereno in bottega…
La rappresentazione andò bene; un folto pubblico seguì con attenzione lo svolgersi del breve ma significativo dramma, che si concluse con l’innalzamento di quella grande croce di legno, che simboleggiava la ricostruzione della chiesa, mentre la Corale Elpis, diretta dalla signorina Lina, eseguiva l’Inno a San Michele.
Con i soldi ricavati, furono rimesse a posto le scale di accesso alla Basilica.

Il racconto del lunedì di Ciro Ferrigno

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