la settimana santa

I PROSSIMI EVENTI A PIANO DI SORRENTO

27 GENNAIO – GIORNATA DELLA MEMORIA - “L’OMOCAUSTO”

Questa è la settimana in cui cade la Giornata della Memoria istiutita per ricordare tutte le vittime della follia nazista e fascita. Spesso questo giornata trascorre nel ricordo dei tantissimi ebrei morti nei campi di sterminio dimenticando che l’olocausto interessò anche altre categorie di persone: i ROM e i Sinti, i disabili, i Testimoni di Geova, gli omosessuali oltre che gli avversari politici. Questa dimenticanza credo nasconda un disagio, un voler tacere per non ammettere che anche oggi molte di queste categorie sono oggetto di discriminazione. Ammetterlo fa male, fa male alla nostra coscienza, fa male perchè inevitabilmente ci fa sentire simili agli aguzzini nazisti. Fatti recenti hanno dimostrato come si dia poco peso alle parole che pronunciamo, alle offese che proferiamo verso l’occasionale “nemico”. Ecco mi piace quest’anno e proprio in relazione ai recenti accadimenti dedicare il mio ricordo all’omocausto prendendo in prestito un bell’articolo apparso su “Il Fatto Quotidiano

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Omocausto, lo sterminio dimenticato dei gay

Contraddistinti da un triangolo rosa cucito sulla divisa a righe, gli omosessuali affollavano i campi di concentramento sparsi in tutta Europa, subivano umiliazioni e torture, venivano sottoposti a folli sperimentazioni pseudoscientifiche fino alla morte. Una pagina del nazismo troppo spesso tralasciata

Almeno settemila morti e altre decine di migliaia di persone in galera. Sono i numeri, difficilissimi da stimare, dell“Omocausto”, quella pagina ancora troppo nascosta dello sterminio nazista nei confronti degli omosessuali.

Contraddistinti da un triangolo rosa cucito sulla divisa a righe, i gay affollavano i campi di concentramento sparsi in tutta Europa, subivano umiliazioni e torture, venivano sottoposti a folli sperimentazioni pseudoscientifiche fino alla morte (la mortalità dei prigionieri omosessuali è stimata al 60%). Una pagina strappata della storia perché il pregiudizio omofobico, esaltato dal regime nazista fino a punire persino le “fantasie omoerotiche”, non era certo assente negli altri paesi, neppure in quelli che si opposero al Terzo Reich durante il secondo conflitto mondiale.

E allora, quando i cancelli di Auschwitz e degli altri lager vennero abbattuti dai blindati alleati, molti dei superstiti marchiati con il triangolo rosa preferirono tacere il vero motivo del loro internamento, diventando vittime senza voce e senza giustizia.

L’ossessione nazista per i gay si era palesata già con la “notte dai lunghi coltelli”, quando Hitler spazzò via le SA (truppe d’assalto, ndr) e il suo capo, l’omosessuale Ernst Rohm. Per il fuhrer esisteva una vera e propria “congiura omosessuale che minava la concezione normale di una nazione sana”. Deliri che non stupiscono nemmeno oggi, purtroppo, visto che ancora in troppi paesi al mondo l’omosessualità è considerata ancora una devianza, una malattia, quando non un reato punibile anche con la pena di morte.

Ma il dramma dei gay nei campi di concentramento fu duplice: da un lato le torture degli aguzzini nazisti, dall’altro l’isolamento operato dagli altri prigionieri. I gay erano ultimi tra gli ultimi, paria in quell’universo mostruoso che era il lager. Molti di loro vennero castrati, alcuni addirittura su propria richiesta, per dimostrare al regime l’intenzione di “guarire dalla malattia” e sperando così di tornare a casa. Molti altri vennero usati come cavie per esperimenti clinici, come l’impianto di una ghiandola artificiale di testosterone che, nelle intenzioni dei macellai del Reich, avrebbe dovuto sanare la devianza omoaffettiva. Centomila omosessuali furono coinvolti dalle purghe naziste: 60mila scontarono la pena (dai 5 ai 10 anni) in carcere, dai 10 ai 15mila furono internati nei campi di concentramento. Numeri importanti di un Olocausto dimenticato.

Lo sterminio dei triangoli rosa, così come quello di ebrei, rom, disabili e avversari politici, ha rappresentato lo scoperchiamento del vaso di Pandora, la valvola di sfogo di pensieri inconfessabili che non erano estranei alla società dell’epoca, in Germania come in Italia, in Inghilterra come in Francia o in Russia. E Berlino, che fino all’avvento del nazismo era stata la capitale delle libertà dell’epoca, si trasformò di colpo in base mondiale del rigurgito omofobico, inferno in terra di uomini e donne che pagavano con la vita la loro inclinazione sessuale.

COME NACQUE LA PIZZA MARGHERITA– Bar Marianiello Piazza Cota

Libro Come nacque la pizza margherita

Sei fiabe e un unico filo conduttore: la società, la storia e l'umanità raccontata attraverso le penne di scrittori pluripremiati. “Come nacque la pizza margherita” è il libro che verrà presentato domenica 24 gennaio alle ore 18.00 presso il Gran Caffé Marianiello di Piano di Sorrento in un evento, organizzato dalla Libreria L'Indice, che vedrà protagonisti i vincitori del Concorso nazionale “Il racconto nel cassetto - Premio Città di Villaricca”, uno dei più importanti nel panorama letterario italiano: il carottese Luigi De Rosa, primo classificato alla XI edizione, Roberta Pieraccioli, Paola Saba, rispettivamente seconda e terza, e ancora Marco Raggi, Carmine Spera e Vanes Ferlini, insieme sul podio della X edizione.

Illustrato da Alessandra Vitelli, il volume raccoglie racconti profondi e divertenti che abbracciano tematiche variegate e trasversali, senza dimenticare la leggerezza impegnata che l'infanzia richiede. Dai segreti culinari del piatto più famoso del mondo raccontato da laboriosi topolini in “Come nacque la pizza margherita” - il primo racconto che dà il nome al libro edito da Cento Autori - alla formula magica del mago Arturo in “Shrikirikiri” sul tema dell'integrazione tra culture ed etnie diverse. Dall'inno all'uso della fantasia in una società comandata dalla tecnologia e dalla multimedialità narrata ne “La rivolta delle chiocciole” allo straordinario e incalzante racconto del piccolo Gennaro intrappolato tra le macerie del terremoto, un'avventura che trasforma la fantasia in un mondo parallelo di salvezza e “Tutta la vita” in una sfida da vincere. Dal dramma della guerra vissuta attraverso gli occhi di un bambino in “Vannino e il filone di pane” alla vivacità di una particolare recita scolastica in “Massimo l'imperativo”.

L'incontro sarà accompagnato dalla lettura di alcuni estratti dei sei racconti curata dal Gruppo culturale di Ciro Ferrigno e da brani musicali legati al mondo delle favole tra cui le canzoni firmate da Carmine Spera, autore e paroliere finalista allo Zecchino d'Oro. Interverrà inoltre Tonino Scala, editore ed esploratore di talenti letterari.

Per concludere la Libreria L'Indice offrirà a tutti i presenti un gustoso buffet.

ESTRAZIONE DEL 10 GENNAIO 2016–ELENCO VINCITORI

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  4. premio: buoni spesa per € 300,00 biglietto intestato a CARLA DE GREGORIO
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(Fonte: www.ascompiano.com)

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