la settimana santa

I PROSSIMI EVENTI A PIANO DI SORRENTO

BARMEN IN PASSERELLA – Villa Fondi

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La kermesse, patrocinata dal comune di Piano e dall’A.I.B.E.S, organizzata dall’associazione Bere Consapevole, si propone sempre con un format originale e dinamico. Anche quest’anno, infatti, gli ideatori della manifestazione, Luigi Gargiulo, presidente dell’associazione Bere Consapevole e neo eletto Consigliere Nazionale A.I.B.E.S, in collaborazione con Alfonso Lazzazzera hanno suddiviso la gara in due sezioni “Cocktail Free” e di “Intaglio di frutta e vegetali”. I barmen provenienti da tutta Italia daranno libero sfogo alla loro fantasia con una sfida all’ultimo drink e i maestri intagliatori metteranno in gioco tutto il loro estro per realizzare sculture di frutta e verdura ispirate al matrimonio e quattro decorazioni differenti, al “bicchiere”, al “piatto”, per “dessert” e per “buffet”, il tutto nel tempo di 120 minuti. Per l’occasione sarà possibile assistere anche all’esibizione di barmen della categoria “flair”, disciplina che mette insieme le varie tecniche acrobatiche per la preparazione di cocktail e che tanto appassiona le nuove generazioni.
Ma non è finita qui, nella stessa serata, infatti, svolgerà la Finale Regionale per designare le due finaliste che rappresenteranno la Campania al Concorso Nazionale “Lady A.I.B.E.S” che si terrà il prossimo 6 ottobre all’Isola d’Elba.

All’interno della manifestazione
“Matrimoni Speciali Group” presenta:
“Dimmi di Si il Matrimonio che vorrei …”
Tendenze 2015

DANZA: “ESSENZE E ASSENZE” – Villa Fondi

Essenze ed Assenze Compagnia Luna

FILM: LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE – Villa Fondi

LA MAFIA

MARTEDI’ 26 AGOSTO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi

FILM

LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE

Un film di Pif.

Con Cristiana Capotondi, Pif, Ginevra Antona, Alex Bisconti, Claudio Gioé, Ninni Bruschetta, Barbara Tabita, Rosario Lisma

Commedia, durata 90 min. - Italia 2013.

Arturo ha pochi anni e un segreto romantico che condivide con Rocco Chinnici, giudice e vicino di Flora, la bambina che gli ha incendiato il cuore. Nato a Palermo, Arturo è stato concepito il giorno in cui Totò Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella e altri due uomini della famiglia Badalamenti, uccisero Michele Cavataio vestiti da militari della Guardia di Finanza. Da quel momento e da che si ricordi la sua vita, spesa a Palermo, è stata allacciata alla Mafia e segnata dai suoi efferati delitti. Cresciuto in una famiglia passiva, in una città 'muta' e tra cittadini incuranti dei crimini che abbattono i suoi eroi in guerra contro la Mafia, Arturo prova da solo a produrre un profilo e un senso a quegli uomini contro e gentili che gli offrono un iris alla ricotta (il commissario Boris Giuliano) o gli concedono un'intervista (il Generale Dalla Chiesa). L'unico che proprio non riesce a incontrare, ma di cui ritaglia e colleziona foto dai giornali, è il premier Giulio Andreotti, che da una trasmissione televisiva gli impartisce un'ideale lezione sentimentale da applicare al cuore della piccola Flora. Gli anni passano, la Mafia cresce in arroganza e crudeltà e i paladini della giustizia vengono falciati, sparati, esplosi. Soltanto Arturo rimane uguale a se stesso, ossequiante e 'svenduto' in una televisione locale e nella campagna elettorale di Salvo Lima. Ma la morte di Giovanni Falcone e quella di Paolo Borsellino lo risveglieranno da un sonno atavico e dentro una città finalmente cosciente.
Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, debutta al cinema con una storia di rimozione, una storia scomoda perché chiama in causa responsabilità collettive che costringono a interrogarsi sull'identità culturale del Paese, sul suo passato e sul suo futuro. Aiuto regista di Marco Tullio Giordana nel 2000, lo ha accompagnato nei cento passi che separavano l'abitazione di Peppino Impastato da quella del boss Tano Badalamenti. E di quel film l'opera prima di Pif ha l'urgenza e la necessità di raccontare una pagina drammatica che non deve essere dimenticata perché rompe col silenzio e con l'omertà, un contratto sociale basato sulla connivenza.
Costruito come un romanzo di formazione, La mafia uccide solo d'estate trova la sua rilevanza in quello che racconta e la sua forza in come lo racconta e come rappresenta la mafia senza indulgenze celebrative. Infilato il terreno minato dell'universo criminale, Pif contempla il fascino sinistro dell'eroe del male, incarnato nel film da Giulio Andreotti e allargato a una lunga serie di 'persone perbene' e istituzionali fino alla bassa macelleria criminale, scartando i sentimenti retorici e i cliché che veicolano l'idea dell'immutabilità della Mafia. Nato in una regione incline al fatalismo come la Sicilia, Pif fa qualcosa di più che dimostrare la parabola discendente di Cosa Nostra, scegliendo come protagonista un ragazzino che coltiva sogni, speranze e illusioni e che imparerà a sottrarsi alle regole del gioco sentendosi e volendosi 'diverso' rispetto alla cultura diffusa di cui la criminalità organizzata è espressione. I padrini forti e arcaici visti sempre nella loro sacralità di potenti e cattivi vengono 'rovesciati' in una storia drammaturgicamente valida e capace di scendere dentro le cose.
Cinema impegnato in prima linea, che arriva col sorriso fino in fondo, fino a sentire e a far sentire un dolore lancinante, La Mafia uccide solo d'estate capovolge il comico in tragico ricordandoci che ribellarsi è possibile. Il film porta a coscienza del protagonista e della sua città i mostri che stanno anche dentro chi li vorrebbe cacciare e che decide per questo di dichiarare guerra a una parte di sé. Lo sguardo attonito e incredulo di Arturo bambino sulle omertà e le brutalità del mondo degli adulti, che lo hanno sedotto (Giulio Andreotti), innescato (il giornalista esiliato di Claudio Gioè) e (ri)educato (i 'retroscena' del potere mafioso), si posa adesso consapevole sul figlio e sulle targhe di marmo.
Targhe che 'medicano' le ferite di Palermo, targhe fissate sui suoi muri e nella sua memoria, targhe su cui Arturo legge i nomi dei caduti per la Mafia. Legge il loro impegno, le loro imprese, rompendo l'ordine delle cose (nostre) e avviando il processo di eredità di chi ha saputo far esistere la cultura come possibilità della comunità.

CERCANDO LA LUCE – Oratorio di San Nicola

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MERCOLEDI’ 20 AGOSTO – ORE 20,00
Piano di Sorrento – Oratorio di San Nicola

CONCERTO

CERCANDO LA LUCE
Presentato dalla "Cappella Musicale - Laus Deo"

FILM: MIELE – Villa Fondi

MIELE

MERCOLEDI’ 20 AGOSTO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi

FILM

MIELE

Un film di Valeria Golino.

Con Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero de Rienzo, Vinicio Marchioni, Iaia Forte, Roberto De Francesco, Valeria Bilello, Fabrizio Zacharee Guido, Jacqueline Calderon-Guido, Bruno Sáinz Talaia, Eastynn Chadwick, Vera Talaia, Alan Orlando Chavez, Darian Ramos, Barbara Ronchi

Titolo originale Miele. Drammatico, durata 96 min. - Italia 2013.

Con il nome fittizio di Miele, Irene si occupa di suicidi assistiti all'oscuro dei pochi che frequenta e di una società per cui la sua attività è un reato. Chiamata al capezzale di persone a un passo dalla morte, in cambio di denaro, somministra Lamputal, un farmaco letale a uso veterinario che in dosi massicce assicura l'effetto anche sull’uomo. Un giorno, a chiedere l'intervento di Irene è l'ingegner Grimaldi, un intellettuale sulla settantina al quale consegna il barbiturico dando per scontata la criticità della sua situazione. Quando scoprirà che è in piena salute, si affretterà a tornare sui propri passi.
Liberamente tratto da "A nome tuo" di Mauro Covacich, l'esordio nel lungometraggio di Valeria Golino appartiene a quella categoria di rare pellicole che sanno andare a fondo in problematiche sociali volutamente rimosse attraverso il particolare di una storia privata. Opera severa, sofferta e spesso respingente, soprattutto nella prima parte, fornisce il ritratto di una trentenne che trova sacrosanto aiutare i malati terminali ad abbreviare un'agonia ormai opposta al concetto stesso di vita: che sia per motivi personali (la morte della madre malata) o per un'indipendente convinzione intima, entra per poco nella loro esistenza, li aiuta a morire per poi tornare a una routine di fugaci rapporti sessuali e allenamenti fisici. Contrapposta all'inerzia dei corpi dei malati è l'iperattività di una donna che vuole a tutti i costi sentire se stessa; attraverso pratiche sportive condotte fino allo sfinimento e musica sparata nelle orecchie, Irene cerca di togliersi la morte di dosso, assaporando per poco una vitalità che forse crede di non meritare. È l'incontro con Grimaldi, in questo senso, a mettere in crisi il suo fragile sistema interiore, perché in grado di spostare su un piano completamente diverso quella “responsabilità” che ha sempre sentito di avere nei confronti degli altri. Mediante scontri, avvicinamenti, differenze inconciliabili e inseguimenti emotivi, affiora tra la giovane donna e l'anziano ingegnere un rapporto di credibile e soffocata intesa che non rappresenta uno specchiarsi a vicenda quanto l'inizio di un nuovo cammino solo per lei. Servito da immagini secche eppure personali, Miele non fa mai vedere la morte – benché ne sia concettualmente intriso – mostrando un ammirevole pudore verso una tematica-tabù qual è quella dell'eutanasia. Sempre trattenuto, se si eccettua un finale forse troppo poetico, questo film duro e necessario può inoltre contare sull'ottima interpretazione di Jasmine Trinca, capace di darsi senza pudori all'innamorata macchina da presa di una regista che non ha dimenticato di essere anche un'attrice.

PROGETTI D’AUTORE – SECONDA SERATA – Chiostro dell’Immacolata

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MARTEDI’ 19 AGOSTO – ORE 20,30
Piano di Sorrento – Chiostro dell’Immacolata

PROGETTI D’AUTORE – VI EDIZIONE
presenta:
QUANDO LA CANZONE RACCONTA LA STORIA 
seconda serata

ROMA,
CAPITALE DI AUTORI
DAL FOLKSTUDIO ALL’ANGELO MAI

IL PROGRAMMA DELLA SECONDA SERATA

PROGETTI D’AUTORE – PRIMA SERATA – Chiostro dell’Immacolata

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LUNEDI’ 18 AGOSTO – ORE 20,30
Piano di Sorrento – Chiostro dell’Immacolata

PROGETTI D’AUTORE – VI EDIZIONE
presenta:
QUANDO LA CANZONE RACCONTA LA STORIA
prima serata

LA STORIA E LE STORIE
DI
FRANCESCO DE GREGORI

IL PROGRAMMA DELLA PRIMA SERATA

LA NUTELLATA – Scuola Media Gaetano Amalfi

17 agosto 2

LETTURA ANIMATA – Villa Fondi

Lettura animata - Chiara Patarino

RAFAEL CINI IN CONCERTO – Villa Fondi

19 agosto

FILM: ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO – Villa Fondi

ZORAN

MERCOLEDI’ 13 AGOSTO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi

FILM

ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO

Un film di Matteo Oleotto.

Con Giuseppe Battiston, Teco Celio, Rok Presnikar, Marjuta Slamic, Roberto Citran, Riccardo Maranzana, Jan Cvitokovic, Ariella Reggio

Commedia, durata 103 min. - Italia, Slovenia 2013.

Paolo Bressan è un uomo cinico col vizio del vino e della menzogna, con cui mette in difficoltà il prossimo e prova a riconquistare la sua ex moglie. Occupato presso una mensa per anziani, è svogliato e sgraziato con gli amici del paese che gli danno ricovero nelle difficoltà, contenendone l'incontinenza e la boria. Tra un bicchiere di vino e un piatto di gulash, 'eredita' un nipote da una lontana zia slovena, a cui dovrà dare ospitalità il tempo necessario perché la burocrazia faccia il suo corso e il ragazzo si stabilisca in una casa-famiglia. Zoran, adolescente naïf nascosto dietro un paio di grandi occhiali, è un ragazzino colto che parla un italiano aulico e gioca bene a freccette. Accortosi molto presto del talento del nipote nel lanciare e colpire sempre il centro, Paolo è deciso a sfruttarne la disposizione, iscrivendolo al campionato mondiale di freccette. Spera in questo modo di vincere sessantamila euro e di sistemarsi per sempre lontano dalla provincia friulana. Niente andrà come previsto e Paolo farà finalmente i conti con se stesso e coi sentimenti degli altri.
Opera prima di Matteo Oleotto, Zoran, il mio nipote scemo si svolge in un piccolo paese della provincia friulana che, come quella di Andrea Molaioli contempla 'lo scemo del villaggio' ma declina la storia in commedia. 'Alterato' da uno sguardo etilico, Zoran, il mio nipote scemo descrive un territorio e un soggetto che il regista goriziano conosce bene, dedicandosi alle vigne e al vino nel tempo libero. E il vino è senza dubbio la materia di cui è fatto il film di Oleotto e il sogno del suo protagonista.
Praticando leggerezza e sorriso, Zoran, il mio nipote scemo gravita intorno a due nodi narrativi, il caso e l'occasione. Il caso, la morte improvvisa di una zia dimenticata e forse mai conosciuta, offre al Bressan di Giuseppe Battiston l'occasione di dare una svolta alla propria vita, trasformandola, nell'epilogo, in esperienza di vita. A innescare il gioco è un ragazzino che riuscirà a 'invischiare' uno zio ruvido e ubriacone in qualcosa che Paolo Bressan non aveva previsto e che ha a che fare con la riscoperta dei sentimenti e dell'amore.
Punteggiata da siparietti, risate grasse e gomiti alzati, la commedia di Oleotto si muove al ritmo di una canzone popolare, zeppo di "buone cose di pessimo gusto". Libero e svagato, poggia come tralcio alla vite sulle spalle larghe di Giuseppe Battiston, a cui Oleotto affida un personaggio bisbetico, che conferma e rinnova all'attore il consenso del proprio pubblico. Rok Prašnikar, efficace e intenso alla sua prima prova, resiste a un personaggio fuor di misura e a uno zio cialtrone, che infila osterie e scorciatoie. La scrittura caricaturale e l'eccessivo buonismo annullano tuttavia la candida percezione della vita del nipote Prašnikar, che tutt'altro che scemo riassorbe e in qualche occasione neutralizza la sfacciata (e villana) piacioneria dello zio Battiston. Come un buon vino friulano, Zoran, il mio nipote scemo si beve e lascia nel finale in bocca un sapore amabile e rotondo.

A MARIA concerto all’alba – Villa Fondi

 

15 agosto

VENERDI’ 15 AGOSTO 
ORE 06,30
Piano di Sorrento
Villa Fondi

Francesca Maresca
in

“A MARIA”
Concerto all’alba

NOTTE BLU ED INQUINAMENTO ACUSTICO

rumore-assordante Lo dico subito per sgombrare il campo da equivoci, la Notte Blu mi è piaciuta, è stato un successo e sarebbe bello si ripetesse. Detto questo mi sembra opportuno soffermarmi su un aspetto che va ripensato anche in vista di altre manifestazioni.

Piano di Sorrento sta cambiando e stanno cambiando anche le manifestazioni che ospita. Ieri abbiamo avuto il primo esperimento di discoteca in piazza e, purtroppo, in una manifestazione bella e premiata dal pubblico, si è palesato l’unico ma devastante difetto. Chi ha organizzato materialmente la musica in piazza ha pensato bene di alzare il volume ben oltre ogni soglia umanamente tollerabile. Nonostante le proteste che giungevano sui social ed in spregio al buon senso nessuno dei responsabili dell’evento ha pensato di ordinare una riduzione dello stesso sottoponendo tutti coloro che abitano in piazza cota o nelle sue vicinanze ad un bombardamento acustico intollerabile. Onde evitare che in futuro si ripeta un simile inquinamento acustico sarebbe opportuno che ASL e Comune stabiliscano un limite di decibel da rispettare per ogni evento, cosa che già avviene in numerosi comuni italiani grandi e piccoli. Sarebbe ideale che quando in futuro si autorizzerà un evento nello stesso provvedimento si indichino i decibel che INDEROGABILMENTE non dovranno essere superati. Laddove il buon senso e l’educazione latitano credo sia opportuno intervengano le autorità a regolamentare il tutto!

AMICI… MA NON TROPPO – Villa Fondi

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FILM: CORPO CELESTE – Villa Fondi

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MERCOLEDI’ 6 AGOSTO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi

FILM

CORPO CELESTE

Un film di Alice Rohrwacher.

Con Yle Vianello, Salvatore Cantalupo, Pasqualina Scuncia, Anita Caprioli, Renato Carpentieri. Monia Alfieri, Licia Amodeo, Maria Luisa De Crescenzo, Gianni Federico, Marcello Fonte, Carmelo Giordano, Paola Lavini, Anna Scaglione, Angelo Tronchese, Maria Trunfio

Drammatico, durata 98 min. - Italia 2011

Marta ha 13 anni ed è tornata a vivere alla periferia di Reggio Calabria (dove è nata) dopo aver trascorso 10 anni in Svizzera. Con lei ci sono la madre e la sorella maggiore che la sopporta a fatica. La ragazzina ha l'età giusta per accedere al sacramento della Cresima e inizia a frequentare il catechismo. Si ritrova così in una realtà ecclesiale contaminata dai modelli consumistici, attraversata da un'ignoranza pervasiva e guidata da un parroco più interessato alla politica e a fare carriera che alla fede.
Alice Rohrwacher debutta alla regia di un lungometraggio con una prova che testimonia della sua abilità nel dirigere attori e non attori, garantendo quella naturalezza che per un film come Corpo celeste è una qualità indispensabile. Deve infatti sostenere la veridicità di una condizione di degrado culturale e ambientale locale con il massimo possibile di verosimiglianza. Perché il film della Rohrwacher si colloca come un Gomorra della spiritualità in cui (forse casualmente forse inconsciamente) proprio uno degli attori di quell'opera interpreta il ruolo di un parroco desolatamente impermeabile a una fede vissuta a capo di una comunità culturalmente fatiscente. In essa si aggira la piccola Marta, adolescente in formazione che solo nella madre sembra trovare un'amorevole comprensione. Tra balletti di bambine ispirati alla peggiore tv, frasi del catechismo deprivate di qualsiasi senso grazie a una catechista incolta ma volonterosa e vescovi e loro segretari dal volto grifagno o dallo sguardo raggelante, Marta va verso la Cresima attraversando dei gironi spiritualmente infernali in cui non manca neppure un sacrestano lombrosianamente così pericoloso da annegare gattini appena nati. Un appiglio affinché una sua possibile fede possa non essere totalmente dissolta nell'acido muriatico di un'insipienza eretta a sistema potrebbe venirle da un anziano e isolato sacerdote che le fa conoscere la 'follia' di Cristo.
Ciò che non convince nella sceneggiatura (a differenza di film come Cosmonauta e I baci mai dati sicuramente non teneri con la Chiesa) è la compressione dell'ottica. Noi conosciamo Marta solo per quanto attiene la sua vita in casa (in misura minore) e la sua attività in parrocchia. Come se il Catechismo per una ragazzina di 13 anni fosse oggi pervasivo come per un'educanda in un collegio di inizio Novecento. Marta non sembra avere altre occasioni di vita o di relazione sociale (la scuola ad esempio?). Non avendo esperienza diretta della realtà calabra che Rohrwacher ha voluto portare sullo schermo non ci si può permettere di negarne la verosimiglianza. Si può solo constatare che, per fortuna, il mondo ecclesiale italiano è molto più complesso e articolato.

NOTTE BLU DI DOMENICA 3 AGOSTO – DISPOSITIVO DI TRAFFICO

vigile_urbano - divieto di sosta con rimozione per tutti i veicoli, dalle ore 16.00 alle ore 24.00 ed il divieto di transito, dalle ore 17.30 alle ore 24.00 in Piazza Cota;
- nelle stesse date ed orari, in via Casa Rosa dell’intersezione con via dei Tigli fino a quella con Piazza Cota, il doppio senso di circolazione solo per i residenti;
- il divieto di sosta con rimozione per tutti i veicoli, dalle ore 16.00 alle ore 24.00 ed il
divieto di transito, dalle ore 19.30 alle ore 24.00 sul Corso Italia dall’intersezione con via Bagnulo fino a quella con via Cavottole ed in via delle Rose dall’intersezione con via Mercato fino a quella con il Corso Italia.
- Al fine di consentire il montaggio del palco, in Piazza Cota, nello spazio adiacente la pedana del Ristorante “Le Tre Arcate”, è istituito il divieto di sosta con rimozione per tutti i veicoli dalle ore 07.00 del 02.08.2014 fino a fine manifestazione.

STELLE DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE – Oratorio di San Nicola

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