Eccoci alla notte più magica dell'anno, la notte in cui una Madre cerca il Figlio ed in cui noi cerchiamo le nostre radici. Alle 2,00, nel pieno della notte, carottesi di ogni età si preparano ad uscire di casa e recarsi ad un appuntamento dato loro secoli fa e mai dimenticato. Bambini, adulti, anziani, come richiamati da una voce che giunge del fondo dei secoli sfidano il freddo ed il sonno per non mancare, per esserci alle loro processioni. Sì, perchè più delle altre quelle della notte sono le nostre processioni, quelle che viviamo senza il trambusto delle macchine, senza gli inopportuni venditori di palloncini, senza dover sgomitare per conquistarci un posto in prima fila lungo il corso. Quelle che viviamo come una famiglia, soli, alla luce della luna piena e con un inaspettato odore di fresie e fior d'arancio che poi si mescolerà a quello dell'incenso, con le orecchie che ascoltano tamburi, misereri e cori provenienti da chissà dove nel silenzio della notte. Odori, suoni e sensazioni uguali ed immutabili nei secoli e che solo la notte del venerdì santo sa restituirci. Chi non puo' essere per strada comunque non dorme, al passare degli incappucciati si alza dal letto e si affaccia alla finestra, è un richiamo troppo forte che vince qualsiasi stanchezza e qualsiasi distanza. A tal proposito una moglie di un marittimo mi ha raccontato che due anni fa la notte del venerdì santo era col marito in navigazione in pieno oceano, nel pieno della notte sentì giungere le inconfondibili note del Calvario, in un primo momento pensò ad un sogno poi scopri che nella cabina accanto un gruppo di concittadini si era portato un cd con i canti delle nostre processioni ed insieme li stavano ascoltando per essere almeno col cuore presenti all'appuntamento, per essere con noi, per confermare, lì nel pieno dell'oceano, di essere carottesi. Ecco la magia di questa notte, notte solo nostra, notte di un appuntamento a cui nessuno puo' mancare.
1 commento:
Si la nostra notte quel del Venerdì Santo 2009 da ricordare oltre per la Passione di Cristo, anche per i 289 "discepoli" che con il terremoto hanno seguito Nostro Signore nel Suo Regno. Mi rattrista che non si è detto neanke una preghiera x le vittime visto l'importanza del pregare in processione, mi auguro ke non si dimentichi, ki ha vissuto il terribile sisma del 1980! Massimiliano.
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