MUSICA IN VILLA… E SONO 15 ANNI… - Villa Fondi
SABATO 2 AGOSTO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi
l’Associazione Tertium Millennium
presenta
MUSICA IN VILLA… E SONO 15 ANNI…
LIBRO: IL Dr. CAVENDISH E IL MANOSCRITTO BIBLICO – Villa Fondi
VENERDI’ 1 AGOSTO – ORE 20,30 Salotto Culturale del presentazione del libro IL Dr. CAVENDISH |
Mario Capasso, noto papirologo di origini napoletane, approda in libreria con il suo ultimo lavoro letterario: "Il Dr. Cavendish e il manoscritto biblico", edito da Pensa Multimedia. George Cavendish è un quotato restauratore di papiri che vive in Inghilterra negli anni Trenta, dove si dedica alla cura e al ripristino di manoscritti provenienti da tutto il mondo. Improvvisamente un ricco banchiere ginevrino, Delacroix, lo interpella affinché Cavendish gli procuri un bel papiro, magari contenente un inedito testo biblico. A quel punto lo studioso inglese, seppure con qualche titubanza, si mette in viaggio per raggiungere Il Cairo e, da quel momento, la sua vita cambia. George è ben felice di rivedere il suo amato Egitto, pur se l'affascinante Paese gli rammenta le sue scorribande giovanili durante le quali profanava tombe alla ricerca di testi inediti: la consapevolezza degli errori di gioventù ha portato infatti Cavendish ad abbandonare l'attività sacrilega e a redimersi attraverso il restauro degli antichi manoscritti ma, l'ebbrezza dello scopritore, risulta ancora viva nel suo animo. Appena toccato il suolo egiziano, il professore inglese decide di interpellare tutti i suoi conoscenti per procurarsi il papiro desiderato da Delacroix, ma ben presto egli apprende che di recente è stato scoperto un manoscritto sconvolgente che potrebbe cambiare per sempre le sorti dell'umanità. Ecco che l'antico fervore giovanile torna a tormentare Cavendish e, pur ricevendo diversi moniti e numerose minacce di morte, lo studioso darà inizio alla sua ricerca per ottenere il tanto agognato codice. Man mano gli amici del dottore moriranno misteriosamente senza che lui possa fare nulla per impedirlo e, dopo una lunga serie di peripezie, il papirologo arriverà a scoprire il luogo in cui è custodito il papiro, attraverso continue e imprevedibili sorprese. Avvincente e incalzante, così potrebbe definirsi in breve il lavoro di Capasso: la prosa dell'autore è scorrevole e si nota una particolare predilezione per le descrizioni non solo degli ambienti ma anche dei protagonisti: Capasso ama indugiare sulla fisionomia dei personaggi dimostrando di essere anche un bravo caricaturista, sa costruire gli intrighi in modo sapiente ed offre al lettore degli scorci dell'Egitto come solo un attento conoscitore dei luoghi riesce a fare. Rispetto alla sua prima opera, "Il Dr. Cavendish e la mummia del museo orientale", dove il restauratore subì addirittura un processo da parte delle mummie per la sua attività illecita del passato, l'autore mostra di essere più maturo e di arricchire ulteriormente quel personaggio che suscita un'immediata simpatia. Il bagaglio culturale ed esperienziale di Capasso è tale che solo una mente sapiente come la sua poteva raccogliere tutti i ricordi accumulati negli anni e trasporli in due opere accattivanti: forse Cavendish è la personificazione dello scrittore, il suo alter ego più avventuroso e dotato di quel caratteristico humor inglese tipico dei gentiluomini senza tempo. Tematica delicata ma sapientemente trattata, soprattutto nel secondo volume, è quella relativa al patrimonio culturale di cui l'Egitto è saturo e che nel tempo ha visto il saccheggio da parte dell'Europa e di personaggi privi di scrupoli: Cavendish ha una sua teoria ben precisa in merito e non sappiamo se in questo caso Capasso la condivida o meno, quel che è certo è che l'autore mostra grande rispetto per un popolo multietnico e ricco di storia. Indubbiamente "Il Dr. Cavendish e il manoscritto biblico" di Mario Capasso è ben scritto, qualcuno potrebbe dire che, trattandosi di un professore universitario, ciò sembri naturale ma non sempre è così, purtroppo. Spesso infatti i titoli accademici non vanno di pari passo con una conoscenza approfondita e chiara della lingua italiana. Un libro gradevole e innovativo per certi versi, una lettura non eccessivamente lunga che si presta bene ad allietare l'animo di coloro che amano l'Egitto o che, molto più semplicemente, possiedono spirito di avventura.
FACITEME STA’ CUJETE – Chiostro dell’Immacolata
GIOVEDI’ 31 LUGLIO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Chiostro dell’Immacolata
Per la rassegna teatrale
Maschere Estive
La compagnia “Il Sipario” di Agropoli
presenta
FACITEME STA’ CUJETE
ATTENZIONE!
L’INGRESSO E’ A PAGAMENTO
€ 5,00
La Compagnia composta da Umberto Anaclerico, Silvana Tricarico, Marisa Esposito, Rossana Galizia, Antonio Marzocchi, Michela Maffongelli, Vincenzo Durazzo, Pierpaolo Iorio, Francesco Gorga, Josephina Montone e Donato Marchesano presenterà “Faciteme sta Cujet”, commedia comica in due atti di Raffaele Caianiello, adattata da Umberto Anaclerico, anche attore protagonista, e Gaetano Troiano alla regia. Spettacolo che, però, di quieto sembra avere poco e si preannuncia come una vera e propria eruzione vulcanica. Un’armonia familiare turbata da tresche amorose e ricatti si intreccia a situazioni tra il grottesco e il paradosso all’interno di una trama ingarbugliata, che si conclude con un lieto fine che lascia allo spettatore uno spunto di riflessione sull’importanza dei buoni sentimenti e della pace familiare. Non mancheranno le sorprese e la comicità esplosiva e coinvolgente di personaggi come il protagonista Umberto Anaclerico.
FILM: LA GRANDE BELLEZZA – Villa Fondi
MERCOLEDI’ 30 LUGLIO – ORE 21,00 FILM LA GRANDE BELLEZZA Un film di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte. Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Anna Della Rosa, Giovanna Vignola, Roberto Herlitzka, Massimo De Francovich, Giusi Merli, Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio, Isabella Ferrari, Franco Graziosi, Sonia Gessner, Luca Marinelli, Dario Cantarelli, Ivan Franek, Anita Kravos, Luciano Virgilio, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi, Pasquale Petrolo, Giorgia Ferrero, Aldo Ralli, Ludovico Caldarera, Maria Laura Rondanini, Anna Luisa Capasa Drammatico, durata 150 min. - Italia, Francia 2013. |
Scrittore di un solo libro giovanile, "L'apparato umano", Jep Gambardella, giornalista di costume, critico teatrale, opinionista tuttologo, compie sessantacinque anni chiamando a sé, in una festa barocca e cafona, il campionario freaks di amici e conoscenti con cui ama trascorrere infinite serate sul bordo del suo terrazzo con vista sul Colosseo. Trasferitosi a Roma in giovane età, come un novello vitellone in cerca di fortuna, Jep rifluisce presto nel girone dantesco dell'alto borgo, diventandone il cantore supremo, il divo disincantato. Re di un bestiario umano senza speranza, a un passo dall'abisso, prossimo all'estinzione, eppure ancora sguaiatamente vitale fatto di poeti muti, attrici cocainomani fallite in procinto di scrivere un romanzo, cardinali-cuochi in odore di soglio pontificio, imprenditori erotomani che producono giocattoli, scrittrici di partito con carriera televisiva, drammaturghi di provincia che mai hanno esordito, misteriose spogliarelliste cinquantenni, sante oracolari pauperiste ospiti di una suite dell'Hassler. Jep Gambardella tutti seduce e tutti fustiga con la sua lingua affilata, la sua intelligenza acuta, la sua disincantata ironia.
Anche Paolo Sorrentino, come molti registi dalla sicura ambizione, cade nella tentazione fatale di raccontare Roma e lo fa affondando le mani nel suo cuore nero, scoperchiandone il sarcofago da dove fuoriescono i fantasmi della città eterna, esseri notturni che spariscono all'alba, all'ombra di un colonnato, di un palazzo nobiliare, di una chiesa barocca. Un carnevale escheriano, mai realmente tragico ma solo miseramente grottesco, una ronde impietosa ritratta con altrettanta mancanza di pietà. A nessun personaggio di questa Grande bellezza è dato di evadere, e anche chi fugge lo fa per morte sicura o per sparizione improvvisa (ad esclusione del personaggio di Verdone, una sorta di Moraldo laziale, che si ritrae dal gioco al massacro tornando nella provincia da cui è venuto). Le figure di Sorrentino non hanno vita propria, sono burattini comandati da mangiafuoco, eterodiretti da una scrittura tirannica, verticale, sempre giudicante. Non hanno spazio di manovra, sembrano non respirare. Come fossero terrorizzati di non piacere al loro demiurgo, sembrano creature soprannaturali, evanescenti, eterne macchiette bidimensionali, schiacciate dall'imperativo letterario che le ha pensate. Con l'eccezione di quei personaggi cui è dedicato uno spazio più congruo come la Ramona di Sabrina Ferilli (davvero notevole) e il Romano di Carlo Verdone, gli altri animatori di questo circo hanno diritto a pochi concisi passaggi. Il domatore Jep Gambardella li doma tutti dispensando frusta e carota. La crisi di cui si dice portatore è senza convinzione, come i trenini delle sue feste, non porta da nessuna parte. Ma questa condanna sconfortata che cade su tutto e tutti, alla fine è assolutoria; e il ritratto di questa società decadente che si nasconde dentro i palazzi romani, mai visibile agli occhi di un comune mortale, sempre staccata dalla realtà, diventa solamente pittoresca.
Il Fellini della Dolce vita, cui si pensa immancabilmente, aveva una pietas profonda verso i suoi personaggi, e quella compassione permetteva allo spettatore di allora come di adesso, di agire una qualche proiezione emotiva. La grande bellezza di Sorrentino è invece abissale, freddissima, distanziata, un ologramma sullo sfondo. A favorire questo distanziamento c'è anche l'approccio volutamente anti-narrativo, già sperimentato in This Must Be the Place, ma qui ancora più evidente. Citando Celine e il suo Viaggio al termine della notte, Sorrentino sperimenta una narrazione errante, fatta di continue effrazioni, smottamenti, deliberati scivolamenti da un piano all'altro, da una situazione all'altra, lasciando tracce, abbozzi, improvvisi vagheggiamenti. Alla storia preferisce l'elzeviro, l'affondo veloce, la critica sferzante e sempre erudita. Al dialogo preferisce un monologo straordinariamente punteggiato (e nel film si monologa anche quando si dialoga).
La grande bellezza sembra essere un film geologico, come fosse l'affioramento improvviso di una stratificazione con i suoi tanti livelli sovrapposti e confusi; sembra essere un film archeologico, come fosse il ritrovamento di un'antica stanza romana con i suoi patrizi e le sue vestali. Sembra essere un film senile, come fosse la lettura postuma del diario di un vecchio dandy che ha vissuto nella Roma degli anni duemila. Sembra essere un film di fantasmi usciti dalla penna di uno scrittore fin troppo compiaciuto della sua arte e del suo mestiere. Infine, sembra essere la risposta erudita e d'autore al To Rome With Love, contraltare e vendetta alla cartolina di Woody Allen, con qualche traccia di troppo dell'impeto trascendentale di un Terrence Malick cattivo maestro.
CENA DI BENEFICENZA – Chiostro dell’Immacolata
Convivium
Lavinia Fontana (1552-1614)
“Madonna con Bambino e San Francesco”
29 luglio 2014 ore 20,30
Chiostro dell’Immacolata
Brindisi di benvenuto con
“Cuppetiello” terra e mare
Antipasti
Treccione di fiordilatte
Fiore di ricotta delle colline vicane
Pomodori dei Colli di San Pietro in insalata
Palamita in dolce marinatura
Polipetti alla Luciana
Involtini di peperoni
Scarola impreziosita
Involtini di melanzane
Parmigiana di zucchine
Roastbeef alle erbette aromatiche
Polpette della tradizione
Fantasie di insalate
Primi
Piccoli cannelloni agli ortaggi
Risotto con cannolicchi al profumo di agrumi
Dolci
Crespelline all’arancia
Babà alle amarene dei Colli di San Pietro
Caprese al limone di Sorrento
Vini:
Cantina sociale di Solopaca
Spumante brut
Falangina dop
Spumante dolce
Quota di partecipazione € 30,00
TEATRO: DON PASCA’ PASSA A VACCA E FA ACQUA A PIPPA- Chiostro dell’Immacolata
DOMENICA 27 LUGLIO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Chiostro dell’Immacolata
Per la rassegna teatrale
Maschere Estive
La compagnia “Le meteore” di Massa di Somma
presenta
DON PASCA’ PASSA A VACCA E FA ACQUA A PIPPA
ATTENZIONE!
L’INGRESSO E’ A PAGAMENTO
€ 5,00
LIBRO: CAZZIMMA – Villa Fondi
VENERDI’ 25 LUGLIO – ORE 20,30 Per “I salotti del Venerdì” presentazione del libro CAZZIMMA Modera Marilù Ruggiero |
In una Napoli assolutamente autentica, brulicante e famelica, con il suo caos perenne e una folla eterogenea ad animare i suoi vicoli stretti, il giovane Sisto, insieme all'amico Tommaso, detto "profumo", commette l'errore di dar vita a un piccolo traffico di droga destinato a una ristretta cerchia di facoltosi clienti. I due ragazzi credono di potersi arricchire indisturbati, trascorrendo la loro vita tra pomeriggi nella sala giochi e serate anfetaminiche, ma non hanno fatto i conti con Cavallaro, il potente boss che tutto vede e tutto comanda. Sarà solo grazie allo zio di Sisto, Antonio, suo padre putativo ed eminente personalità criminale all'interno del quartiere, che il ragazzo avrà salva la vita, a patto però di macchiarsi di un peccato bruciante, capace di segnarlo profondamente. Come riuscirà a liberarsi dal giogo che lo tiene legato a doppio filo alle sue colpe? Esiste un modo per rimediare e rinascere? L'incontro casuale con una ragazza getterà una luce diversa sulla vita di Sisto e lo spingerà verso una nuova direzione, più consapevole, più adulta, capace di farlo crescere e maturare. "Cazzimma" racconta il punto di vista di una gioventù senza scopi, abulica, che si consegna agli eventi soffocando ogni sussulto di ribellione, nella convinzione che le cose capitino, e che non ci sia nulla da fare, quasi a esprimere implicitamente quel fatalismo tutto partenopeo con cui certi comportamenti sono accettati e considerati immutabili.
LIBRO: LA BRIGANTA E LO SPARVIERO – Villa Fondi
GIOVEDI’ 24 LUGLIO – ORE 20,30 Presentazione del libro LA BRIGANTA E LO SPARVIERO
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Una mattina di novembre del 1841, una donna scava un fosso in un terreno cretoso di un paese dell’alta Irpinia, poi si accovaccia e partorisce una bambina. A salvare la neonata dal gelo e dalla follia di sua madre è Reginella, una giovane vicina di casa, che quella mattina la vede, per caso. La bambina si chiamerà Filomena, e nonostante la miseria crescerà sana e forte, e diventerà bellissima e strafottente. Nella primavera del 1862, in un bosco lungo il fiume Calaggio, il suo destino si intreccerà con quello del brigante Giuseppe Schiavone, detto lo Sparviero. Filomena è fuggita da un palazzo di Sant’Agata di Puglia, dove è stata accusata di essere una ladra, e lui è appena stato morso da una vipera, mentre da solo faceva una ricognizione lungo il fiume. Il loro amore sarà immediato, assoluto e disperato, e li porterà a condividere una vita fatta di rapine, assassini e sequestri, mentre, inseguiti ovunque dall’esercito piemontese, percorreranno in lungo e in largo i territori montuosi dove si incontrano Basilicata, Campania e Puglia. Ma la loro folle corsa incontrerà l’ostacolo di una donna, Rosa Giuliani. È stata il primo grande amore di Giuseppe Schiavone e insieme hanno vissuto per anni come marito e moglie, fino a quando lui si è dato alla macchia e ha incontrato Filomena. In un meridione selvaggio e in lotta contro l’invasore, avvolto in un realismo magico che recupera le mitologie arcaiche e una tradizione fatta di riti e di durezza, le vicende di personaggi realmente esistiti sono filtrate da una scrittura evocativa e affascinante, tambureggiante come il cuore della terra che racconta Licia Giaquinto, con la sua lingua asciutta e al tempo stesso pregna dei colori e degli odori di una natura aspra eppure rigogliosa.
TEATRO: NEAPOPULI – Chiostro dell’Immacolata
MERCOLEDI’ 23 LUGLIO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Chiostro dell’Immacolata
Per la rassegna teatrale
Maschere Estive
La compagnia “Imprevisti e probabilità” di Formia
presenta
NEAPOPULI
ATTENZIONE!
L’INGRESSO E’ A PAGAMENTO
€ 5,00
FILM: LA STELLA CHE NON C’E’ – Villa Fondi
MERCOLEDI’ 23 LUGLIO – ORE 21,00 FILM LA STELLA CHE NON C’E’ Un film di Gianni Amelio. Con Sergio Castellitto, Ling Tai, Angelo Costabile, Hiu Sun Ha, Catherine Sng. Enrico Vanigiani, Roberto Rossi, Chungqing Xu, Biao Wang, Jian-yun Zhao, Qian-hao Huang, Xiu-feng Luo, Xian-bi Tang, Lin Wang, Yong Guo Drammatico, durata 104 min. - Italia 2006 |
Una compagnia cinese rileva l'altoforno di un'acciaieria in disarmo. Vincenzo Buonavolontà, ex manutentore specializzato scopre un difetto nell'impianto. Per prevenire incidenti sul lavoro e garantire gli operai che dovranno manovrarlo, Vincenzo parte alla volta della Cina. Vuole consegnare personalmente la centralina modificata ai nuovi acquirenti. Giunto a Shanghai incontra di nuovo la loro giovane traduttrice, Liu Hua, che lo accompagnerà in un viaggio attraverso la Cina e dentro se stesso.
Come Il ladro di bambini e Lamerica, l'ultimo film di Gianni Amelio è la storia di un viaggio non soltanto geografico, che spinge fuori dall'Italia un uomo di Buonavolontà. La Cina, lontana dall'essere la "favola" immaginata o riferita dai media, rivela al protagonista una realtà che ha dismesso affetti e diritti (umani) e vive al ritmo dei tempi di produzione. Panorami industriali, cantieri a cielo aperto, architetture monumentali, zone rurali annegate dall'acqua della diga più grande del mondo, dove si naviga a vista, rincorrendo la modernità e realizzando un capitalismo selvaggio. L'occidente esporta all'oriente il suo modello e i suoi guasti, gli stessi che Buonavolontà vuole caparbiamente correggere e sostituire. Perché il suo essere operaio appartiene a un mondo perduto o magari a quella stella che non c'è (più). Buonavolontà è un'ideale di professionalità estinta, qualificata per prendersi cura di una macchina di acciaio, con pazienza, senza fretta. E nel viaggio cinematografico di Amelio, Vincenzo Buonavolontà è di nuovo il padre di figli putativi, il fratello maggiore di uno minore, il carabiniere di fuggitivi, accanto alla giovane Liu Hua che insegna traducendo o rimanendo silente. Liberamente ispirato al romanzo di Rea, La dismissione, Amelio racconta di un cavaliere umano e della sua impresa: inserire nel disegno più ampio del mondo globalizzato un pezzo e il senso della propria vita, il suo mestiere.
EMOZIONI A CONFRONTO – Villa Fondi
MARTEDI’ 22 LUGLIO – ORE 20,30
Piano di Sorrento –Villa Fondi
Ars Harmonia Mundi
EMOZIONI A CONFRONTO
TEATRO: E’ COLPA MIA SE PIACCIO ALLE DONNE – Chiostro dell’Immacolata
DOMENICA 20 LUGLIO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Chiostro dell’Immacolata
Per la rassegna teatrale
Maschere Estive
La compagnia “Colpi di scena” di Gravina di Puglia
presenta
E’ COLPA MIA SE PIACCIO ALLE DONNE
ATTENZIONE!
L’INGRESSO E’ A PAGAMENTO
€ 5,00
DUET TANGO – Villa Fondi
SABATO 19 LUGLIO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi
DUET TANGO
VIAGGIO NELL’AMERICA DEL SUD
Vladimir Zubitskty – fisarmonica
Filippo Arlia - pianoforte
FILM: MOONRISE KINGDOM – Villa Fondi
MERCOLEDI’ 16 LUGLIO – ORE 21,00 FILM MOONRISE KINGDOM Un film di Wes Anderson. Con Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton. Jared Gilman, Kara Hayward, Jason Schwartzman, Bob Balaban, L.J. Foley, Andreas Sheikh, Harvey Keitel Titolo originale Moonrise Kingdom. Drammatico, durata 94 min. - USA 2012. |
Estate 1965. Su un'isola del New England vive la dodicenne Suzy, preadolescente incompresa dai genitori. Sulla stessa isola si trova in campeggio scout il coetaneo Sam, orfano affidato a una famiglia che lo considera troppo 'difficile' per continuare ad occuparsene. I due si sono conosciuti casualmente, si sono innamorati e hanno deciso di fuggire insieme seguendo un antico sentiero tracciato dai nativi nei boschi. Gli adulti, ivi compreso lo sceriffo Sharp, si mettono alla loro ricerca anche perché è in arrivo una devastante tempesta.
È indispensabile prestare attenzione all'ouverture di Moonrise Kingdom e non abbandonare la sala prima della fine dei titoli di coda per comprendere il senso profondo del film di Anderson che, altrimenti, rischia di essere letto superficialmente come un'ulteriore esibizione di genialità narrativa infarcita di gag e di trovate visive senza però che si vada oltre. Non è così. Chi era bambino nella prima metà degli Anni Sessanta ha molto probabilmente nella propria raccolta di vinili la suite didattica "Young Person's Guide to the Orchestra" di Benjamin Britten in cui si presentavano i diversi strumenti che compongono l'orchestra basandosi su un tema di Purcell in cui l'ensemble si riuniva per eseguire una fuga.
Una fuga è esattamente ciò che mettono in atto Suzy e Sam. Una fuga che serve apparentemente a scomporre ma in realtà ha come meta la ricomposizione dei frammenti di due vite che rischiano la dissoluzione. Alla fine del film Anderson gioca con questo fil rouge sonoro di nuovo 'scomponendo': questa volta tocca alla musica di Desplat, autore del soundtrack originale del film. Ci ricorda così, al contempo, che fare cinema (stanno scorrendo i titoli di coda non dimentichiamolo) è 'orchestrare' varie e quasi innumerevoli professionalità ma riesce anche a fare di più. Sottolinea che il suo cinema più recente è orientato a cercare le radici del comportamento adulto in accadimenti che hanno marcato gli anni giovanili.
Così era per i fratelli de Il treno per il Darjeeling, così è stato per Fantastic Mr.Fox (un ritorno alle proprie origini con il portare sullo schermo il primo libro che Anderson ricorda di aver letto), così accade ora. Suzy e Sam sono non dei disadattati ma dei 'disadatti' a un mondo adulto che si sta spegnendo nell'indifferenza (la famiglia della ragazzina) o sopravvive grazie a regole applicate puntigliosamente che pretendono di imbrigliare l'avventura (il campo scout per Sam). Nel prologo, dalla casa di bambola in cui vive con i genitori e i fratelli, Suzy osserva il mondo grazie alla distanza del suo binocolo ma, per un istante, guarda in macchina interrogandoci.
Siamo ancora capaci di emozionarci per un bacio? Sappiamo capire fino a che punto un essere umano in formazione abbia bisogno del nostro aiuto per togliersi il costume nero da corvo (e viene in mente "Blackbird", masterpiece dei Beatles) e quanto invece possa e debba affrontare il piacere dell'avventura della vita con quel tanto di libertà che gli permetta di dipingere un mondo nuovo? Sono quesiti che ogni tanto gli adulti dovrebbero porsi. Anderson fa bene a riproporceli.
IL GUSTO E L’ARTE DEL CAFFE’ – Via Bagnulo c/o Torrefazione Maresca
SABATO 19 LUGLIO – ORE 11,00
Piano di Sorrento – Via Bagnulo
c/o Torrefazione Maresca
Altroconsumo presenta
IL GUSTO E L’ARTE DEL CAFFE’
TEATRO: QUANNO SE MAGNA – Chiostro dell’Immacolata
LIBRO: LA MAMMANA – Villa Fondi
VENERDI’ 18 LUGLIO – ORE 20,30 Per i salotti del venerdì Presentazione del libro LA MAMMANA Modera Antonella Cilento |
La bambina dal viso di alabastro nasce in una notte rischiarata dalla cometa. La donna che l'accoglie è di pochi sorrisi e poche parole come chiunque custodisca un segreto, ma ha il portamento di una regina e un'energia misteriosa nelle mani. Due solitudini speciali che sapranno conquistare il proprio posto nel mondo, sfidando ogni destino già scritto. Perché quello che siamo è ciò che scegliamo di essere ogni giorno. La Napoli che ci racconta Antonella Ossorio è una città libera e ribelle, dallo splendore oltraggioso, colta nel pieno dei tumulti del 1848. Un romanzo scrigno che racchiude turbamenti e gioie, amori e vendette, insomma la vita.
CONCERTO: LA VOCE RITROVATA – Villa Fondi
GIOVEDI’ 17 LUGLIO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi
Il Trio Marchigiano
Ginevra Zotti Di Nicola mezzosoprano,
Loredana Chiappini soprano
Clementina Perozzi pianoforte
presentano
La voce ritrovata:
astuzie, intrighi, inganni e sentimenti
nell’opera giocosa tra ‘700 e ‘800
EUROPAMERICA: VIAGGIO TRA I RITMI DEI DUE CONTINENTI – Villa Fondi
MARTEDI’ 15 LUGLIO – ORE 21,00 Il Duo di Terni presentano EUROPAMERICA: |
PIANO DI SORRENTO DANZA – Chiostro dell’Immacolata
SI COMUNICA AI TANTI PARTECIPANTI DEL CONCORSO INTERNAZIONALE SORRENTO DANZA CHE L'EVENTO SI SVOLGERA' PRESSO IL TEATRO DELLE ROSE DI PIANO DI SORRENTO - VIA DELLE ROSE 35 PER AVVERSE CONDIZIONI METEREOLOGICHE
GIORNI 15 E 16 LUGLIO 2014
(dal profilo Facebook di Raffaella Pandolfi)
PIANO DI SORRENTO. I PALAZZI, LE VILLE. IL CASTELLO, L’ARTE, LA STORIA, LE STORIE – Villa Fondi
DOMENICA 13 LUGLIO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi
Il Gruppo Culturale di Ciro Ferrigno
presenta
PIANO DI SORRENTO
I PALAZZI, LE VILLE, IL CASTELLO,
L’ARTE, LA STORIA, LE STORIE
Interverranno
la prof. Cecilia Coppola
ed il com. Pietrantonio Iaccarino
FILM: BEL AMI – Villa Fondi
SABATO 12 LUGLIO – ore 21,00 FILM BEL AMI Un film di Declan Donnellan, Nick Ormerod. Con Robert Pattinson, Uma Thurman, Kristin Scott Thomas, Christina Ricci, Colm Meaney,Philip Glenister, Holly Grainger, Natalia Tena, James Lance Durata 102’ |
Parigi, fine del Diciannovesimo secolo. Georges Duroy torna dopo aver combattuto in Algeria e non ha in tasca un franco. Incontra casualmente in un locale Charles Forestier che gli regala il denaro per comprarsi un abito decente e fare il suo ingresso in società. Georges ha così modo di conoscere la moglie di Forestier Madeleine, l'editore Rousset (interessato a far cadere il governo) e sua moglie Virginie nonché la giovane Clotilde. Grazie alla figlia ancora bambina di Clotilde gli verrà dato l'appellativo di Bel Ami che tutte e tre le donne, catturate dalla sua misteriosa bellezza, utilizzeranno. Grazie a loro Georges, che è un piacevole contenitore vuoto, farà carriera calpestando però i sentimenti di ognuna.
Correva l'anno 1919 e già l'ancora muto cinema italiano si impossessava del libro di Guy de Maupassant per farne un film. Da allora periodicamente la figura dello sciupafemmine arrampicatore sociale Georges Duroy è tornata a fare la sua comparsa nelle sale cinematografiche. Tocca ora a Robert Pattinson rinverdirne il ruolo cercando di scrollarsi di dosso il personaggio che gli ha dato una precoce riconoscibilità internazionale nella saga di Twilight. Di vampiri che rischiano di entrarti nel sangue e nella carriera ne hanno saputo qualcosa Bela Lugosi (che si fece seppellire con l'abito da Dracula) e lo stesso Christopher Lee che, nonostante gli innumerevoli e importanti altri ruoli interpretati nella sua lunga carriera, ancora oggi si sente fare domande sul personaggio che gli diede fama internazionale e che oggi vorrebbe non sentirsi più citare. Se la messa in scena di Donnellan e Ormerod non brilla per originalità va dato loro atto che hanno saputo lavorare con un cast di alto livello liberando Pattinson dal giogo di cui sopra puntando tutto sul carattere di bel tenebroso incapace di provare un sentimento vero.
Se le manovre di alcova restano in primo piano e le caratterizzazioni che Turman, Scott Thomas e Ricci offrono di tre diverse età e modi di concepire la passione verso un uomo, nel film c 'è anche (e non poteva non esserci) un richiamo al presente. Perché siamo di fronte a un potere mediatico che offre, grazie a un giornalista che si fa scrivere i pezzi da una delle sue donne, al potere politico dei pretesti per un'impresa coloniale. Ogni riferimento a fatti e persone di questi anni non è da considerarsi per nulla casuale e ci dimostra come gli scrittori degni di tale nome sapessero guardare alla società del proprio tempo con grande lucidità. Dato poi che la storia sembra destinata a ripetersi senza che nulla si sia imparato da essa il loro ruolo diviene al contempo anche profetico. Così nel personaggio di Bel Ami possiamo riconoscere dei nostri contemporanei, magari meno piacevoli a vedersi ma altrettanto rapaci, privi di talento e di scrupoli.
(dal sito www.mymovies.it)
LIBRO: L’OPERA VIVA – Villa Fondi
VENERDI’ 11 LUGLIO – ore 20,30 Per “I salotti del Venerdì” presentazione del libro L’OPERA VIVA di Sergio De Santis Modera |
Per Leo, che ama il mare, vivere è una continua, incerta navigazione. A trentacinque anni sente di avere poche sicurezze e troppe rotte da correggere: la sua e quelle dei suoi alunni. Insegnante alle scuole superiori, ogni santo giorno cerca di condurre in porto sana e salva una classe che a volte gli sembra una flottiglia di zattere improvvisate, destinate a perdersi nella tempesta del proprio tempo. In gergo marinaresco, Leo lo sa bene, l'opera viva è la parte sommersa di un'imbarcazione, quella che lavora con l'acqua per generare il moto, mentre l'opera morta, la parte visibile, è solo il guscio esterno. Ed è convinto che anche nelle persone sia la parte sommersa quella decisiva. Come ogni marinaio, Leo incontra una sirena incantatrice, ma per fortuna – così sostiene lui – riesce a tapparsi le orecchie in tempo. Anche se ha una patente nautica per andare ovunque, preferisce navigare a vista, senza mai lasciarsi troppo andare. Sospetta sia proprio questo a guastare i suoi rapporti con le donne, gli amici, i colleghi, gli alunni... No, con gli alunni no. Anzi, sono loro l'oceano sul quale a volte si distende per riposare e sentirsi vivo. Ma solo un istante, perché è lui a dover tenere strette le cime che gli lanciano dai banchi ed evitare che la sua flottiglia naufraghi. Di naufragi Leo ha grande esperienza, anche sulla terraferma, e ha imparato che un naufragio può insegnare molto, purché si sia pronti a riprendere subito il mare e si abbia qualcuno a cui raccontare lo scampato pericolo. Il mare è un labirinto indifferente che si compone e scompone a ogni istante, ma basta saper cogliere quello giusto per ritrovare la rotta. La navigazione nel mare aperto della vita e l'educazione di ragazzi che della vita devono apprendere tutto; un tema che non cessa di riguardarci ed emozionarci e che si fa ancora più intenso in virtù di una scrittura esatta ed energica come un colpo di remo, nutrita di suggestioni letterarie eppure calata nel quotidiano, attentissima alle persone e alle cose, di cui sa captare e restituire con immediatezza la complessità: asperità e dolcezze, il lato tragico e quello comico, tutta la bellezza che si nasconde appena sotto la superficie.
LIBRO: PAN CHALU’ – Villa Fondi
(recensione di Luigi De Rosa
tratta dal blog della “Libreria l’Indice”)
Stringo tra le mani questo libro, ne leggo il titolo . Pan Chalù, mi chiedo cosa significhi, mi soffermo a guardare il viso del ragazzino ritratto in copertina, indossa una divisa coloniale, sta seduto su di una barca e guarda dietro: vuol tornare? Perché? Dove lo stanno portando?
Gennaro Pagano di Melito è il padre di quel bambino, ingegnere all'Ansaldo di Genova, originario di Piano di Sorrento, precisamente della frazione di Petrulo, borgo,che un tempo aveva il colore lucente delle foglie del gelso e il grigio intenso delle pietraie, vi si coltivavano i bachi da seta e questa è una storia che ha ordito di seta. Gennaro conobbe un certo Benito Mussolini quando il cosiddetto duce era socialista, combattè sui MAS (Motoscafo armato silurante) con un certo Gabriele D'Annunzio soldato e non ancora Vate. Gennaro, pluridecorato delle due guerre, disse di no due volte a Mussolini quando da socialista diventò fascista, gli salvarono la vita due amici di cuore Galeazzo e poi suo padre Costanzo Ciano che lo spedirono lontano dalla piovra fascista in Cina a rimpinguare il corpo diplomatico. Quindi è laggiù che sta andando anche il ragazzino immortalato nella foto , si chiama Gaetano Pagano di Melito. A Pechino i Pagano conducono una vita tranquilla nei primi tempi. I Pagano, padre e figlio, al contrario degli altri diplomatici, non disprezzano i Cinesi anzi hanno voglia di confrontarsi e conoscere questo grande popolo. Gaetano impara l'antica lingua degli Imperatori, ne scopre i toni e la profondità grazie anche al suo primo amore Yen Weichü, studentessa e attrice che con la sua arte combattè gli oppressori Giapponesi. Yen Weichü mi ha fatto venire in mente, leggendo le considerazioni che ha per lei Gaetano : (女媧): Nüwa , un'antica dea cinese che, accortasi che i demoni del male avevano squarciato il cielo, cercò e trovò sette pietre colorate con le quali suturò lo strappo inventando l'arcobaleno, solo il coraggio di una donna sa cucire il cielo. Gaetano a sedici anni si fa prestare una moto da un amico del padre, un Harley Davidson,e con questa parte alla scoperta dell'immensa Mongolia, "follemente" solo, con tre taniche di benzina agganciate al posteriore alla bene e meglio. Gaetano incontra i Mongoli, signori dei cavalli, dopo un viaggio di svariati chilometri attraverso la steppa. Quando i cavalieri della stirpe aurea si vedono venire incontro questo ragazzino bianco che cavalca un asino di ferro dalle lunghe orecchie che scorreggia rumorosamente, scoppiano a ridere; lui scende dalla moto e chiede al grande capo di cavalcare uno dei suoi cavalli. Ci passa su un paio d'ore cadendo e rimontando tutte le volte,dimostrandogli di saperlo fare ,vincendo la sua diffidenza , "un uomo che è capace di cavalcare un cavallo mongolo è degno di stima". Quest'episodio mi ha ricordato Ernesto Guevara che corre alla scoperta della suo continente latino americano su una Norton 500 tutta scassata ed anche il Che tornerà prepotente, lo scoprirete leggendo il libro, in questa straordinaria vita. Gaetano, tornato a Pechino trova la situazione completamente cambiata, i Giapponesi hanno messo a ferro e fuoco il paese, soprattutto i tentacoli fascisti sono giunti fin lì, Gennaro Pagano di Milito è stato assassinato, l'ordine è partito da Roma. Gaetano reagisce alla morte del padre ,gridando vendetta e, unendosi ai ribelli , fugge sulle montagne. Impara l'arte della guerriglia. E' il tempo della sofferenza e della lotta che si concluderà con la sconfitta dei Giapponesi e le due bombe americane di Hiroshima e Nagasaki. Si torna a casa , ma solo per poco , il tempo di rimarginare le ferite ed eccolo in Messico giornalista e fotoreporter indipendente (già perché Gaetano non ha mai avuto padroni), qui conoscerà l'altra figura centrale della sua vita Fidel Castro, con lui vivrà le sconfitte e le vittorie quelle contro Battista e gli Americani. Seguirà poi la Svezia , la Lapponia, l'amicizia con il grande Olof Palme e poi di nuovo giù in Angola al fianco di Che Guevara e Agostino Neto a raccontare e documentare stragi e soprusi consumati da Portoghesi, Sudafricani e Americani, già proprio loro, i paladini della giustizia (quella ad uso e consumo loro) che lo faranno controllare insistentemente dalla CIA.
Infine il ritorno a casa, quando anche in Svezia cominciò a tirare una brutta aria e lo stesso Olof Palme pagò con la vita il nuovo "giro di giostra", sì, Gaetano Pagano di Milito per intelligenza e umanità ha molto di Tiziano Terzani, entrambi ci hanno insegnato ad amare l'Oriente, meglio: a rispettare il prossimo. Pan Chalù è stato un grande uomo, sì Pan Chalù è semplicemente l'allitterazione in cinese del nome proprio "Gaetano", ed era così che i discendenti di Gengis Khan impararono a chiamare il ragazzino italiano che cavalcava l'asino di ferro. Pan Chalù è fra quei pochi uomini che al cospetto della morte potranno permettersi di dire, come Pablo Neruda: Confesso che ho vissuto.
ORCHESTRA EUTEROCK – Villa Fondi
PROCESSIONE DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
DOMENICA 6 LUGLIO 2014
Piano di Sorrento
PROCESSIONE DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
MARINA DI CASSANO
ORE 07:00 - Processione con il seguente percorso: Marina di Cassano, Vico S. Giovanni, Saluto Chiesa S. Giovanni, Madonna di Rosella, I sosta di preghiera nella Chiesa Madonna di Rosella, Via Cassano, III Trav. Bagnulo, Via Bagnulo, II Trav. Bagnulo, Trav. Gottola, II sosta di preghiera Via Gottola, Via C. Amalfi, Via Bagnulo all‘incrocio con Via dei Pini III sosta di preghiera, attraverso Parco dei Pini Corso Italia, Piazza Cota IV sosta di preghiera, Corso Italia, Piazza Mercato, Mercato ortofrutticolo V sosta di preghiera, attraverso P.co Corsicato, Via delle R0se. piazza delle Rose VI sosta di preghiera, Via S. Michele.
ORE 10:00 - Basilica di S. Michele, Messa Solenne, al termine proseguimento della processione, Via F. S. Ciampa, parcheggio F.lli D'Alessio VII sosta di preghiera, Via delle Rose, Via Savino, Via Ripa di Cassano, VIII sosta di preghiera in prossimità Hotel la Ripetta, Via Marina di Cassano.
ORE 12:00 - La processione procede via mare, benedicendo il litorale da Marina Grande in Sorrento. Al rientro sarà posta in mare una corona di alloro in ricordo di tutti i caduti in mare. IX sosta di Preghiera Tettoia banchina pescatori, X di preghiera in prossimità ascensore, XI sosta preghiera al porto turistico.
O’ CIUCCIARIELLO: TRIBUTO A ROBERTO MUROLO – Villa Fondi
SABATO 5 LUGLIO – ORE 21,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi
Espedito De Marino
Voce e chitarra
presenta
O’ CIUCCIARIELLO
Tributo a Roberto Murolo