la settimana santa

I PROSSIMI EVENTI A PIANO DI SORRENTO

SABATO 30 DICEMBRE IL TGR DELLE 14 FA TAPPA A PIANO DI SORRENTO

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di Rino Genovese (giornalista Rai3)

Sabato 30 dicembre le telecamere del Tg itinerante faranno tappa a PIANO DI SORRENTO (NA). Conosceremo la secolare tradizione del capodanno della penisola sorrentina, e poi entreremo nei cantieri navali scavati nel tufo, e poi apprenderemo i segreti dei maestri d’ascia di Piano, e poi useremo le tecniche degli uomini ragno per la costruzione della barche a vela, e poi ci addentreremo in canyon alti 50 metri, e poi passeggeremo nei giardini sorrentini, e poi soggiorneremo nelle case/agrumeto, e poi ammireremo i due Golfi dai Colli di san Pietro, e poi ci affacceremo dalle torri merlate del castello Colonna, e poi visiteremo l’Istituto nautico che ha formato generazioni di armatori e navigatori, e poi suoneremo le campane della Trinità con la tecnica del salto (unica nel sud Italia), e poi vedremo il borgo di Mortora trasformato in una scuola presepiale, e poi ci trasformeremo nei pastori dipinti della signora Angela, e poi entreremo nella basilica di San Michele, e poi respireremo le 250 essenze arboree di Villa Fondi, e poi ci inebrieremo del profumo del caffè torrefatto con la legna d’arancio, e poi vi sveleremo la ricetta di uno dei limoncelli più famosi al mondo, e poi canteremo la canzone del capodanno di Piano, e poi assaporeremo i piatti del cenone sorrentino… e poi, e poi… vareremo il gozzo del Tg itinerante!!!

Sabato 30 dicembre, in diretta alle 14. Come sempre Tg Campania. Come sempre Rai tre!!!
(nella foto pronti per la partenza verso le falesie di tufo assieme alla nostra aragosta!!)

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LA CANTATA DEI PASTORI–Teatro delle Rose

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ARMONIE DI NATALE–Arc. SS. Annunziata

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PROCESSIONE DEL BAMBINELLO

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Natale 1917

Nota per il primo Assistente
Francesco Iaccarino

Carissimo Signor Iaccarino Francesco vogliate predisporre quanto necessario per la Processione del Bambinello come da antica Tradizione sistemando le vesti Nere e i ceri in modo da rendere più Solenne gli intenti di preghiera del Nostro Santo Parroco Mons. Michele M. che ci invita a Pregare Nostro Signore nel giorno della Sua Nascita tra Noi per la pace tra gli uomini e in Terra in special Modo in questo ulteriore Natale di Guerra. La guerra che tanto avvilisce i nostri cuori tristi.
Piano di Sorrento addì 19 Dicembre 1917
                                                                                                                     il Priore
                                                                                                                 D. De Nicola

UN ANNO FA CI LASCIAVA CIRO RUGGIERO–LAURA CUOMO LANCIA UN’INIZIATIVA

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Un anno fa ci lasciava Ciro Ruggiero e nell’anniversario Laura Cuomo su Facebook lancia l’iniziativa di dedicargli qualcosa qui a Piano di Sorrento, iniziativa a cui va tutto il mio sostegno.

Ecco il post ed uno stralcio della conversazione con il sottoscritto:

Laura Cuomo: Oggi è un anno che Ciro Ruggiero è morto. Il suo genio d'artista non comune, il suo ecclettismo, il suo impegno culturale profuso in centinaia di mostre, spettacoli, regie, che hanno arricchito per anni - in particolare - la città di Piano di Sorrento, secondo me meritano che il suo nome non venga dimenticato. Ecco perchè pensavo che sarebbe bello intitolare qualcosa alla genialità di Ciro Ruggiero, proprio a Piano di Sorrento, città per la quale si è tanto speso. E pensavo ad un luogo di aggregazione pubblica.
La biblioteca Comunale di Piano è anonima...
Chi è d'accordo su questa proposta? O chi magari ne ha un'altra? Chi firmerebbe la richiesta da inoltrare al Sindaco di Piano?
Fate circolare questo post...
Faciteme assape'...

Domenico Cinque (dipendente comunale…. pare che sia essenziale specificarlo n.d.r.): magari più che la biblioteca penserei a qualcos'altro, magari vicino alla Piazza Rossa o alla Marina di Cassano che lui tanto amava

Laura Cuomo: Assolutamente sì Domenico. Decidiamo assieme!

Domenico Cinque: per esempio la serra di Villa Fondi potrebbe essere intitolata a lui e destinata a spettacoli ed esposizioni di artisti fuori dal coro.

Laura Cuomo: Vediamoci dopo le feste

MEGA TOMBOLATA–Mercato ortofrutticolo

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NATALE A PIANO–I CONCERTI DEL 17 E 18 DICEMBRE

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PENISOLA SORRENTINA – EMERGENZA GIOCO D’AZZARDO

slot-machine02-500x250Dai dati ufficiali della Aams (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) si evidenzia una vera e propria emergenza gioco d’azzardo in penisola sorrentina. Lo studio prende in esame gli incassi derivanti dalle macchinette poste nei locali pubblici (Videolottery e New Slot) ed è riferito all’anno 2016. Da questo studio emerge come in Penisola Sorrentina (da Vico Equense a Massa Lubrense) sia siano sperperati nel 2016 in macchinette mangiasoldi € 66.000.000 pari a 127.793.933.068 di vecchie lire, avete letto bene QUASI 128 MILIARDI DI VECCHIE LIRE!

Per quanto riguarda Piano di Sorrento gli abitanti risultano possedere un reddito pro-capite di € 19.327 e di questi ben € 914 vengono dilapidati nelle macchinette mangiasoldi. Ripeto il concetto, in media ogni abitante di Piano di Sorrento dilapida in un anno 914 euro in slot e videolottery!!!! L’incidenza sul reddito è del 5% che, seppur elevata, è inferiore alla media nazionale attestata sul 6%.

Impressionante il dato totale annuale, nel 2016 gli abitanti di Piano hanno speso in giocate la somma di € 11,91 milioni di euro, anche qui giova ripetere perché il dato sembra assurdo, in un anno gli abitanti di Piano di Sorrento hanno sperperato in videolottery e new slot €11.910.000 euro, trasformando nella vecchia lira fanno 23.060.996.103, avete letto ben OLTRE 23 MILIARDI DI VECCHIE LIRE!!!!

Per finire ecco i dati di giocate pro-capite per gli altri comuni della zona:

Sant’Agnello € 1.736

Sorrento € 1.315

Massa Lubrense € 420

Vico Equense € 379

Meta € 303

Ovviamente i dati vanno correttamente interpretati, quando si dice che gli abitanti di un comune giocano tot euro in realtà si divide gli incassi dei punti gioco per il numero di abitanti del comune ove esso è situato, è ovvio che se un abitante di Meta va a giocare i suoi soldi a Sant’Agnello quell’importo risulterà nelle statistiche a carico dei residenti a Sant’Agnello.

La tabella che segue indica il numero di apparecchi per il gioco ogni 1.000 abitanti.

Sorrento 11,2

Sant’Agnello 9,1

Piano di Sorrento 6,6

Vico Equense 5,1

Massa Lubrense 3,7

Meta 2,9

(Fonte: http://lab.gruppoespresso.it/finegil/2017/italia-delle-slot/)

Lavori di posa asfalto stradale su Corso Italia il 14 e 15 dicembre

Dalle ore 23 alle ore 7 dei giorni 14 e 15 dicembre 2017 è interdetto il transito automobilistico su Corso Italia per la posa dell'asfalto sul versante stradale di Piano di Sorrento nell'ambito dei lavori di manutenzione recentemente approvati dalla Giunta. Nell'ordinanza del Comandante dei VV.UU. sono indicati i percorsi alternativi. Giovedì 14.12.2017dalle ore 7.00 alle ore 22.00 c'è divieto di transito agli autobus ed agli autocarri superiori a 7,5 t., in via dei Platani direzione Sorrento dall’intersezione con via Cavone fino a quella con via Mortora S. Liborio, in via Mortora S. Liborio con direzione Sorrento dall’intersezione con via dei Platani fino a quella con il Corso Italia e sul Corso Italia direzione Sorrento dall’intersezione con via Mortora S. Liborio fino al confine con il Comune di S. Agnello. Il traffico pesante diretto a Sorrento, essendo già interdetta la percorrenza del Corso Italia, sarà pertanto obbligatoriamente ed interamente deviato per via Cavone, SS. 163, S. Agata.

ORDINANZA 156 DEL 13/12/2017
ORDINANZA 155 DEL 13/12/2017

NATALE A PIANO DI SORRENTO–IL PROGRAMMA COMPLETO

PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI NATALIZIE 2017/2018   

8-9  dicembre ore 19,00 -  Largo Annunziata – Sagra del Ceppone  XII ed. e  Mostra di presepi.
27 novembre 9-10  dicembre – ore 17,00- 20,00  - Corso Italia e Piazze Cittadine – animazione itinerante con Maynard animation -  Per i bambini incontro con Babbo Natale.
Dal 9 dicembre  fino al 6 gennaio - Villa Fondi  “Natale al Museo Georges Vallet” ogni sabato visite guidate gratuite su prenotazione (tel. 081 8087078).
10 dicembre - ore 18,00 – Villa Fondi – “Mo ven Natal…”  Giuseppe Ercolano “racconta” Il Presepe napoletano a Piano di Sorrento –   Scatti d’autore di Umberto Astarita.
10 dicembre -  ore 18,45 – Villa Fondi – Concerto della Corale S. Maria del Lauro – Direttore M° Roberto Altieri.
10 dicembre ore 20,00 - Villa Fondi  - Museo Georges Vallet - “panettoni d’artista” - degustazione di panettoni della tradizione artigianale delle pasticcerie di Piano di Sorrento.
12 dicembre – ore 20,00 - Campetto Parrocchiale  di Mortora  -  XIV ed. del  Falò di Santa Lucia … “Quando la fede è luce”  Serata con “Cenere e Lapilli”.
13 dicembre - ore 20,00 - Campetto Parrocchiale  di Mortora  - “quando la fede è luce”  …  “Natale intorno al fuoco”.
13 dicembre – ore 20,30 – Teatro delle Rose -  Enzo Gragnaniello in concerto. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
16 dicembre ore 11,00 – Museo Georges Vallet Villa Fondi – l’Associazione Circuito sarà presente per l’iniziativa Musei Campania Network.
16 dicembre ore 18,00 – Villa Fondi – il prof. Guido di Lorenzo presenta: “Il sogno di Benino” di Italo Sarcone
16 dicembre ore 19,00 – Villa Fondi – Parrocchia SS. Trinità – Spettacolo Natalizio
17 dicembre ore 19,00 - Chiesa Monastero Agostiniane  -  Duo: Alessia Mortolani  e Giorgia Pesaresi -  Concerto “l’800 tra sacro e profano” - Società dei Concerti Sorrento.
17 dicembre ore 19,00 – Oratorio San Nicola “Concerto di Natale” del Singin’Glory Gospel Choir.
18 dicembre ore 17,00 –  Istituto Comprensivo Piano di Sorrento “Il mio Natale”scenografie presepiali nei portoni di Via S. Margherita.
18 dicembre ore 18,00 - Chiesa Monastero Agostiniane  - S.C.S. - International Chamber Orchestra “Musiche per il Natale e l’Anno Nuovo”.
18 dicembre – Basilica di S. Michele – ore 16,30 – Istituto Comprensivo Piano di Sorrento – “plesso G.Amalfi” Concerto “Note del Natale”.
18 dicembre – ore 19,00 - Teatro delle Rose -  la Scuola di Danza Patty Schisa festeggiando 40 anni di
19 dicembre – Istituto Comprensivo Piano di Sorrento - plesso Alice - “Villaggio di Babbo Natale”.
20 dicembre – Istituto Comprensivo Piano di Sorrento - plesso Alice:
     - ore 11,00 – Arrivo “Trenino di Babbo Natale” dal plesso P. Principe –
     - ore 19,00 – Incontro Musicale – “Cantiamo con i genitori”.
19 dicembre - ore 19,00 - Chiesa di S. Teresa  - Concerto Stella Musicae: Natale in tutte le lingue.
20 dicembre ore 19,30 - Villa Fondi – Accademia di Danza “Magic  Medley Ballet Ballet-  “Valzer Viennesi” coreografie di Marilina Iacono.
21 dicembre ore 18,00 Chiesa SS. Trinità – Concerto Orchestra Scuola Media “M. Massa”.
21 dicembre ore 19,00 – Chiesa di S.Teresa – “Melodie del Natale” con Antonello Cascone e Le Armonie.
22 dicembre ore 18,00 -  Villa Fondi – L’Accademia del Teatro Equestre Scuderia delle Sirene presenta: L’Arte dell’ Equitazione a 360° - Premio delle Sirene – con Natalia Estrada.
23 dicembre ore 19,00 – Chiesa Monastero Agostiniane  - Ensamble Sorrento in musica  - Orchestra a plettro Salvatore Converso.
25 dicembre ore 16,30  - Marina di Cassano – Santa Messa e processione del bambinello.
26 dicembre ore 19,00 – Chiesa di S. Teresa – il Gruppo di Ciro Ferrigno presenta”Le cartoline del Natale”.
26 dicembre ore 17,00 - Marina di Cassano – “I bambini della marina in…Concerto”.
27 dicembre ore 19,00  - Chiesa di S. Teresa – Associazione Tertium  Millennium “Concerto per la Famiglia”.
28 dicembre ore 19,30 – Chiesa Annunziata  - “Armonie di Natale” Recital del Gruppo Elpis.
28 dicembre ore 20,00 – Chiesa Parrocchiale di Mortora – Natale in musica - Corale S. Maria del Lauro – Meta – Direttore M° Roberto Altieri.
29 dicembre ore 17,30 - Villa Fondi  - Maria Antonietta Spadorcia giornalista parlamentare presenta il libro : “Di corsa e di carriera”.
29 dicembre ore 20,00  - Teatro delle Rose - La Compagnia “A Zeza”  e Scuola di Danza Patty Schisa presentano: “LA CANTATA DEI PASTORI” di Andrea Perrucci -  Ingresso libero fino ad esaurimento posti -.
29 - 30 dicembre – ore 16.00 - 19 ,00   - Corso Italia e Piazze Cittadine  - animazione itinerante con Maynard Animation - Per i bambini la slitta di Babbo Natale.
30 dicembre ore 19,00 –  Monastero Suore Agostiniane  – Claudio jr de Rosa con Zadeno trio.
30 dicembre  ore 13,00 - Marina di Cassano - Brindisi e saluto al Nuovo Anno.
1 gennaio ore 10,00 – Piazze e vie cittadine – BANDA “CITTA’ DI PIANO DI SORRENTO”.
1 gennaio ore 18,00 – Villa Fondi - L’Associazione Aequana e il gruppo di canto popolare Aequafonia presentano “Aprimm’ l’anno nuovo” La Canzone de lo  Capo d’Anno e brindisi con l’Amministrazione Comunale.
2 gennaio ore 18,00 – Chiesa Monastero Agostiniane  – I musica storia in “Da Napule a Betlemme…”.
3 gennaio ore 19,00 – Centro Culturale via delle Rose – Concerto Natalizio degli allievi Ass. Mus. Euterpe.
4 gennaio ore 20,00 – Teatro delle Rose – “Concerto per il Nuovo Anno” con: La Camerata Sorrentina, I Solis String Quartet e Teresa de Sio – Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
5 gennaio ore 19,00 – Chiesa Parrocchiale Mortora –– Associazione Bizet in “da Bach a Bach attraverso il Natale”.
6 gennaio ore 16,30 - Marina di Cassano - Serata della befana.

N.B. potranno essere apportate modifiche e/o integrazioni.

Presepi da visitare:

•    Villa Fondi – dal 10 dicembre al 14 gennaio 2018 -  “Mo ven Natal”… Giuseppe Ercolano “racconta” Il Presepe napoletano a Piano di Sorrento.
•    Basilica di S. Michele Arcangelo
•    Basilica SS. Trinità
•    Chiesa Parrocchiale Mortora
•    Cappella Santa Margherita
•    Oratorio San Nicola

GIUSPATRONATO–IL MIO INTERVENTO A META

Un accenno storico

Il giuspatronato è il diritto di “patronato” sul beneficio ecclesiastico, riconosciuto giuridicamente dalla Chiesa e spettante a chi ha costituito la dote patrimoniale del beneficio al momento della sua fondazione o l’ha incrementata successivamente, nonché ai suoi successori legittimi. Questo diritto poteva essere ecclesiastico, se goduto da enti, corpi o persone ecclesiastiche (come un monastero maschile o femminile, un capitolo canonicale, un pievano etc.), oppure laicale.(singoli, città, sovrani, parrocchiani etc.).

Il giuspatronato garantiva sostanzialmente ai suoi detentori tre diversi privilegi:

  • L’onore consisteva nell’obbligo per i rettori di questi benefici di recitare preghiere particolari per la salute spirituale e per il benessere dei patroni e dei loro familiari, che, ad esempio, tra i vari privilegi,  fruivano di uno stallo chiuso, una panca o degli sgabelli propri dentro la chiesa, di avere per primi l’acqua benedetta, l’incenso, il pane benedetto e il bacio della pace.

  • La pensione alimentare a favore dei patroni laici, ma solo se questi erano dei privati, gravava sulle rendite del beneficio in caso di loro miseria, valutata in relazione al tenore di vita ritenuto consono alla propria condizione sociale.

  • la presentazione dei nuovi rettori

Aggiungiamo a titolo informativo che a questa forma di “patronato attivo” è da aggiungere l’esistenza di norme o pratiche di “patronato passivo”, cioè del diritto degli appartenenti ad una “nazione”, ad una comunità, ad una corporazione oppure ad una stirpe familiare ad essere eletti a preferenza di estranei.

Altra nota importante è che il giuspatronato è incorporale ed indivisibile, se aggiungiamo che, essendo un diritto spirituale, non puo’ essere venduto ne scambiato con un bene temporale a pena scomunica. Ne consegue, a mio avviso, che ogni decisione su eventuali rinunce deve essere presa all’unanimità da tutti i patroni.

I patroni laici corsero il rischio di essere espropriati d’ogni loro diritto nelle battute finali del Concilio di Trento (1545-1563) Qui fu presentato un progetto di Riforma dei Principi, che prevedeva di consolidare solo i diritti di patronato giustificati da quei documenti di fondazione e dotazione, che raramente erano ancora in possesso delle famiglie e delle comunità fondatrici. L’opposizione rigorosa del duca di Toscana Cosimo I impedì che il progetto andasse in porto: per i laici fu possibile sostituire la documentazione originale con «le molteplici presentazioni, ripetute per un periodo di tempo superiore alla memoria d’uomo», cioè per oltre trent’anni. In ogni caso il Concilio limitò i giuspatronati a quelli derivanti dalla fondazione o dotazione revocando tutti quelli derivanti da altre cause.

La fine dei benefici di giuspatronato laicale privato parve arrivare nei primi anni dell’800 durante l’occupazione francese, perché Napoleone concesse ai patroni la facoltà di rientrare in pieno possesso dei patrimoni beneficiali in occasione della prima vacanza, a condizione di versare alle casse statali una somma equivalente a un quarto del loro valore. A Napoli, Gioacchino Murat decise più sbrigativamente di trasferire le doti patrimoniali dei benefici non curati nelle mani dei loro patroni, facendo salvo il diritto dei rettori attuali a godere le rendite beneficiari per tutta la durata della loro vita.

Con la Restaurazione (1814) anche i diritti di patronato privato tornarono all’antico regime.

Nel 1822 qui in penisola sorrentina non tutte le sette parrocchie che erano sottoposte al giuspatronato avevano ricevuto le dotazioni per l’onesto sostentamento del Parroco, così il 10 ottobre 1822 Re Ferdinando I di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie, emanò un editto in cui imponeva ai patroni entro sei mesi di integrare la dote delle parrocchie. Il termine fissato trascorse inutilmente e quindi il diritto si doveva ritenere estinto. Tuttavia quando si verificò la vacanza nelle varie parrocchie, gli arcivescovi del tempo, con esplicita dichiarazione, fecero conoscere che volevano che i figliani di quelle parrocchie rimanessero nel loro diritto alla condizione che nello spazio di sei mesi avessero provveduto all’integrazione delle doti come richiesto da Ferdinando I. Negli archivi della Curia sono conservati gli atti notarili che vincolavano le rendite per il fine stabilito, atti che giunsero tutti nel termine fissato. Detti atti sono inseriti nella pratica della elezione popolare dei Parroci nominati dopo il 1822.

Con la legge 29 maggio 1855, n. 878 del Regno di Sardegna e, in seguito, con la legge 15 agosto 1867, n. 3848 del Regno d’Italia, ai patroni laici fu data la possibilità di redimere i beni concessi in dote ai benefici ecclesiastici, pagando allo Stato una tassa equivalente a un terzo del loro valore. Cosa che i nostri avi non fecero facendo sopravvivere il diritto di giuspatronato, diritto di cui ancora godiamo.

Nel Motu proprio “Ecclesiae Sanctae” del 6 agosto 1966 di Papa Paolo VI si legge: “ Sono abrogati i privilegi non onerosi, finora concessi a persone fisiche e morali, che comportino il diritto di elezione, di nomina e di presentazione per ciascun ufficio e beneficio non concistoriale, vacante; sono pure abrogate le consuetudini e vengono tolti i diritti di nominare, eleggere o presentare i sacerdoti ad un ufficio o beneficio parrocchiale.” e successivamente si legge “Se però i diritti o i privilegi in questo campo fossero stati costituiti in forza di una convenzione tra la sede apostolica e una nazione, oppure in seguito ad un contratto stipulato con persone sia fisiche che morali, bisogna trattare della loro cessazione con le persone interessate”. Appare chiaro che il diritto di elezione per le nostre parrocchie è a titolo oneroso a causa delle rendite vincolate nel 1822 che inoltre rappresentano un vero contratto stipulato con la Chiesa dell’epoca in forza del quale i fedeli fornivano la dote per il mantenimento delle chiese e del clero (le rendite) ed in cambio conservavano il diritto all’elezione, quindi l’unico modo per abrogare tale diritto è la trattativa con i fedeli secondo modalità ancora non ben definite.

Fondamentale per confermare la permanenza del giuspatronato nelle nostre sette parrocchie è il vigente Codice di Diritto Canonico ed in particolare il canone 523 “Fermo restando il disposto del can. 682, §1, la provvisione dell'ufficio di parroco spetta al Vescovo diocesano; essa avviene mediante libero conferimento, a meno che qualcuno non abbia il diritto di presentazione o di elezione.”

L’elezione del Parroco

In tutto il mondo esistono ad oggi solo 21 parrocchie i cui fedeli godono del diritto di Giuspatronato. Nella nostra Diocesi (Sorrento-C/mare) hanno diritto di eleggere il proprio Parroco le seguenti 7 parrocchie:

  • Casarlano - S. Maria di Casarlano

  • Trasaella - S. Maria delle Grazie

  • Sant’Agnello - S. Prisco e Agnello

  • Mortora - S. Maria di Mortora

  • Piano di Sorrento - S. Michele Arcangelo

  • Trinità - SS. Trinità

  • Meta - S. Maria del Lauro

Le suddetta parrocchie eleggono anche le amministrazioni laiche.

In origine votavano solo i capi dei “fuochi” (famiglie patriarcali) poi, fino al 1974, solo i capi famiglia, dal 1992 la votazione è a suffragio universale cioè tutti i battezzati maggiorenni residenti nella parrocchia. Il Parroco eletto “sposa” la parrocchia fino alla morte.

A Piano di Sorrento il diritto di elezione del Parroco risale di certo a prima del XV secolo, quindi prima del 1300. Il diritto era esercitato dalle famiglie Massa, Maresca e Cacace che il 5 maggio 1559 tramite atto notarile lo estendono a tutti i fedeli della parrocchia.

Nel Codice di diritto canonico vigente (risalente al 1983) l’unico punto in cui si fa accenno al giuspatronato è, come abbiamo visto, il canone 523 poi però non ci sono norme che regolino la procedura elettorale. Bisogna tornare indietro al Codice di diritto canonico precedente approvato nel 1917 per ritrovare una regolamentazione seppur superata dal tempo. Nel canone 1450 si stabilisce che per il diritto di giuspatronato “in avvenire non se ne creeranno di nuovi” ed inoltre si invitava a ridurre “quelli che oggi sono patronali ed opponendosi i patroni si osserverà quanto segue” e di qui partiva una elencazione di norme specifiche di interesse più che altro storico visto che ormai il Codice del 1917 risulta abrogato.

Per ovviare al vuoto normativo fu quindi approvato un regolamento diocesano che prevede che il presbiterio diocesano scelga liberamente cinque sacerdoti tra quelli di tutta la diocesi tra cui poi il Vescovo designerà i tre da sottoporre al voto dei fedeli. Quindi col regolamento attualmente vigente viene a cadere l’antico limite secondo cui i candidati dovevano essere nati e battezzati nella parrocchia in cui aspiravano a divenire parroci.

Nel 1987 nell’elezioni svoltesi a Meta in cui fu eletto don Gennaro Starita per la prima volta votarono anche le donne. La partecipazione fu molto alta, si recarono alle urne quell’8 marzo ben  3108 metesi su 5420 aventi diritto (57%).

Altrove il Giuspatronato continua senza problemi

Il nostro Vescovo ha perplessità sul giuspatronato da 11 anni le nostre parrochie sono rette da Amministratori parrocchiali e attendono le elezioni. Ma se la Chiesa è UNA e ci fosse qualche parrocchia che nel frattempo abbia esercitato questo diritto non cadrebbero tutte le obiezioni? O le norme viariano a seconda delle Diocesi? Ebbene due anni fa, nel 2015, la parrocchia di Rolo, provincia di Reggio Emilia, in cui il parroco viene eletto dal Consiglio Comunale, a regolarmente eletto il suo Parroco. L’elezione si è svolta nel novembre 2015 ei all’unanimià è stato eletto don Vianney di origini congolesi.

Le obiezioni

“Chi siamo noi per giudicare un sacerdote?”

E’ vero che noi cittadini nel votare operiamo una scelta e quindi “giudichiamo”, ma giudichiamo solamente chi, a nostro parere, è il sacerdote più adatto a guidare la parrocchia in base a parametri squisitamente soggettivi. Voler forzare la mano ed intendere tale giudizio esteso alla stessa figura dei sacerdoti candidati vuol dire non conoscere il regolamento diocesano che porta all’elezione del Parroco.

La procedura inizia con una cinquina di sacerdoti che viene scelta dal presbiterio diocesano con voto segreto tra tutti i sacerdoti dell’Archidiocesi che abbiano le doti e le attitudini spirituali, morali, pastorali e culturali per reggere il popolo di quella determinata parrocchia (art. 4). Il Vescovo, sentito il Consiglio Presbiterale Diocesano, da quella cinquina ne sceglierà tre da sottoporre al voto popolare (art. 6). E’ chiaro che da una simile e qualificata selezione emergeranno tre sacerdoti le cui qualità non possono essere messe in discussione. Quindi nel voto non giudichiamo il sacerdote in quanto tale ma si esprime solo una preferenza su chi dei tre, le cui qualità sono state già acclarate con una procedura ben codificata, sia a nostro avviso il parroco ideale.

“Il diritto di giuspatronato è anacronistico anche perché ormai nessuna famiglia contribuisce al sostentamento del clero e della parrocchia”

Questa è un’altra delle obiezioni più frequenti con cui chi, come me, difende questa tradizione deve scontrarsi. Anche questa sembra un’argomentazione difficile da demolire, sembra a chi non conosce la storia e non si prende la briga di documentarsi. Sull’anacronismo dobbiamo convenire che la Chiesa è infarcita di Riti anacronistici che visti da chi è culturalmente lontano da essa sembrano senza senso. Io adoro i Riti della Settimana Santa quindi vi prego di non fraintendermi e non montare un caso anzi vi chiedo con me di fare uno sforzo e per un momento guardare a questi Riti con gli occhi di un alieno. Vedreste in una notte di inizio primavera centinaia di adulti in giro per le vie del paese incappucciati e recanti vassoi pieni di cianfrusaglie (dadi, guanti, monete etc.) alla luce di lanterne a cera, più anacronistico di questo! Eppure per noi carottesi tutto ha un senso, tutto ha una ragione e mai ci sogneremmo di definire questi riti secolari anacronistici, di certo sarebbe più consono utilizzare ad esempio luci led al posto delle lanterne di cera ma ovviamente si rispetta la tradizione.

Sul sostegno economico alla parrocchia, che è fondamento del giuspatronato, bisogna ammettere che attualmente le famiglie non finanziano più con regolarità il nostro clero anche se in caso di necessità sono sempre intervenute, si pensi alla raccolta fondi per il restauro della nostra Basilica dopo il terremoto del 1980 o alla realizzazione delle porte di bronzo, ma la risposta sul permanere del diritto di giuspatronato la ritroviamo come spesso accade nella Storia.

C’è un prezioso libretto di don Vincenzo Simeoli intitolato appunto “Jus Patronatus” che venne dato alle stampe nel luglio del 2000 in soli 200 esemplari. Dal testo apprendiamo che il 10 ottobre 1822 Re Ferdinando con un editto invitò i patroni a pagare il dovuto per il mantenimento del clero. L’invito non venne rispettato dalle 7 parrocchie e quindi il diritto di giuspatronato doveva considerarsi estinto. Accadde però che gli arcivescovi del tempo con esplicita dichiarazione fecero conoscere che volevano che i figliani di quelle parrocchie rimanessero nel loro diritto a condizione che entro 6 mesi avessero provveduto all’integrazione delle doti così come previsto dall’editto di Re Ferdinando I. Nell’archivio della Curia sono conservati gli atti notarili che vincolavano le rendite per il fine stabilito e questi atti sono inseriti nella pratica di elezione di ogni parroco eletto dopo il 1822. Quindi quelle rendite dai nostri avi vincolate alle necessità delle parrocchie ancora esistono ed ancora producono reddito e l’hanno prodotto in tutti questi decenni ed è su questa base che si fonda il permanere del diritto di giuspatronato. Ed è per questo che il Vescovo o il Papa non potranno mai revocarlo se non con un accordo con la controparte (noi fedeli), il nostro giuspatronato non è un privilegio ma un diritto derivante da un onere che tuttora grava sulla collettività (mancato godimento di quelle rendite da parte nostra a favore delle parrocchie). Quindi il tutto puo’ configurarsi come un vero e proprio contratto cui la singola parte (fosse pure il Papa) non puo’ derogare.

Vi sono poi altre obiezioni di minore o nulla importanza, c’è chi paventa un pericolo di divisione tra i fedeli a causa di una eventuale campagna elettorale citando esempi recenti. Beh in una tradizione secolare di eventi del genere se ne ricorda solamente uno, quello recentissimo relativo all’ultima elezione, un po’ deboluccia come motivazione, se su 100 elezione una è andata male è quest’ultima l’eccezione e non la regola! Leggere poi che le elezioni sono “scempio ecclesiale opera del demonio” e che tale dichiarazioni arrivano dall’ultimo dei parroci eletti mi fa cadere letteralmente le braccia, dichiarazioni come queste sono anacronistiche e prive di senso!!!

Altra ridicola obiezione è che potrebbero recarsi alle urne anche i non battezzati. In teoria il problema si porrebbe ma in primo luogo la percentuale dei non battezzati è irrisoria rispetto al totale degli aventi diritto e se pure nell’improbabile ipotesi si recassero tutti a votare influenzerebbero poco l’esito della consultazione. Poi mi chiedo per quale motivo dovrebbero recarsi a votare? E se pure lo facessero che danno potrebbero fare? La scelta è comunque limitata a tre sacerdoti scelti con i metodi di cui sopra e quindi tutti meritori e di provata fede e capacità.

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Fonti:

  • Don Vincenzo Simeoli “Jus Patronatus” -  Ed. La Pergamena - 2000

  • Francesco De Angelis, Tommaso Maresca “Memorie storiche della chiesa di S. Michele Arcangelo in Piano di Sorrento” - Ed. G. D’Onofrio - 1935

  • Gaetano Greco “Giuspatronato e Chiesa in Italia” - Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa (www.storiadellachiesa.it) - 2015

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IL GIUSPATRONATO–Comune di Meta, Sala consiliare

tricorno

Lunedì 4 dicembre alle ore 17,00

nella Sala Consiliare del Comune di Meta

avrà luogo un incontro con Domenico Cinque

sul tema del Giuspatronato.

(ci sarà anche un’interessante novità che
forse metterà in crisi il nostro vescovo…..)

L’incontro è 0rganizzato dall’UNITRE di Meta.

23 NOVEMBRE–LA NOSTRA GIORNATA DELLA MEMORIA

23 novembre FB

37 anni fa il terremoto colpiva duramente la Campania e la Basilicata, anche il nostro paese pagava un tributo di 10 vite e danni ingenti sul territorio. 37 anni sono tanti, più di una generazione, ma il ricordo non deve affievolirsi. Il Comune di Piano ha pensato, per domani, 23 novembre 2017, di organizzare un incontro con i ragazzi di terza media per riflettere, informare e ricordare insieme, L’appuntamento è alle 8,45 al Centro Culturale Comunale ed è, ovviamente aperto a tutti. Ci saranno tre momenti ben definiti. Il primo sarà a carattere scientifico e spiegherà cosa è un terremoto, perchè si genera e perchè colpisce particolari aree, a curarlo sarà il dott. Giuseppe Marulo. Seguirà l’intervento del caponucleo della Protezione Civile di Piano, Luigi Parlato, che illustrerà ai ragazzi il modo giusto di comportarsi prima, durante e dopo un terremoto. Chiuderà un momento dedicato alla memoria in cui verranno proiettate immagini di Piano di Sorrento nei giorni immediatamente successivi al sisma. Al termine ci si recherà in corteo alla lapide posta nei giardinetti di via delle rose ed ogni ragazzo che lo vorrà potrà deporre ai piedi di essa un semplice fiore bianco. Sarà questo un gesto semplice ma dal grande valore simbolico, la trasmissione della memoria è una sorta di staffetta. Il 23 novembre 1980 la iniziarono i nostri 10 concittadini che consegnarono ai noi “sopravvissuti” il pesante testimone, ora in quel fiore è racchiuso quel ricordo, quell’impegno che noi prendemmo 37 anni fa, chi prenderà quel fiore per deporlo lì dove sono elencati i 10 nomi prenderà con esso anche un impegno morale a continuare la staffetta affinchè, come nell’atletica leggera, se pure si fermi l’atleta il testimone continui ad avanzare su gambe nuove più fresche. Inoltre ai ragazzi verrà consegnata una piccola candela che chiederemo di accendere la sera alle 19,34 (ora della scossa) e porre sul davanzale della finestra di casa, poi gli chiederemo di scattare una foto da postare sul profilo Facebook di un genitore o di un fratello più grande (teoricamente a 12 anni non dovrebbero averne uno proprio…) con una breve frase e l’hashtag #pcpiano per un ricordo che vada oltre i confini di Piano di Sorrento.

I NOMI DELLE 10 VITTIME CAROTTESI

Matteo Conte, 33 anni di Sant'Agnello
Lucia Cappiello, 83 anni di Piano di Sorrento
Maria Carotenuto, 18 anni di Piano di Sorrento
Dora Carotenuto, 16 anni di Piano di Sorrento
Angela Carotenuto, 38 anni di Piano di Sorrento
Carolina Quinto, 78 anni di Piano di Sorrento
Andrea del Vecchio, 47 anni di Piazzola di Nola
Antonella Terranova, 39 anni di Piano di Sorrento
Maria Concetta Terranova, 42 anni di Piano di Sorrento
Antonino Martorelli, 12 anni di Piano di Sorrento

4 NOVEMBRE 2017–PROGRAMMA

IV-Novembre

ORE 9,00
Sfilata Banda Cittadina

ORE 10,00
Basilica di San Michele Arcangelo
Celebrazione Eucaristica in suffragio dei Caduti di tutte le guerre

Al termine della Celebrazione corteo fino al Monumento ai Caduti in Piazza Cota e deposizione corona di alloro

CAROTTO DALLA PREISTORIA ALLA STORIA di Ciro Ferrigno

22859914_748366675370207_2784886858020230146_oSu Piano di Sorrento si è sempre scritto poco. Possiamo perciò supporre che abbia avuto un ruolo di primo piano, nel territorio, solo in epoche assai remote e che, successivamente, con l’arrivo della civiltà greca, questo sia passato a Sorrento.
I ritrovamenti di Trinità sembrano confermare la presenza di una comunità stanziale, al centro della penisola sorrentina con le genti del Gaudo, già 2300-2400 anni prima di Cristo. Provenivano dall’area egeo-anatolica, forse per migrazione, colonizzazione o per sfuggire a qualche cataclisma naturale. Certo è che trovarono un luogo adatto per l’insediamento nella nostra zona collinare ricca d’acqua, adatta all’agricoltura e non priva di animali da cacciare.
Il territorio carottese, nei secoli e prima ancora della scoperta della necropoli di Trinità, ha spesso restituito tombe, in una fascia di agrumeti identificabile tra la linea Sant’Agostino-Trinità-Petrulo e l’attuale Corso Italia.
La Dott. Tommasina Budetta, nella pubblicazione “Il Museo Archeologico Territoriale della Penisola Sorrentina “Georges Vallet”, edita nel 1999 a Salerno, scrive di antiche sepolture in un fondo “vicino Carotto” e di quello “sopra Carotto” di proprietà Cocurullo in terreni localizzati nella zona a monte del Viale dei Platani ed in prossimità del Corso Italia. Ma quante tombe sono andate irrimediabilmente perdute per incuria ed ignoranza? Altri resti di sepolture sarebbero emersi all’inizio del Novecento negli agrumeti di proprietà di Giosé Porzio e della famiglia De Angelis. Tali ritrovamenti documenterebbero una lunghissima fase di popolamento che, partendo dall’epoca eneolitica, giungerebbe ad una fascia cronologica più recente, collocabile ai secoli VI-IV a.C.
Un capitolo a parte segna il ritrovamento nel 1874, qualche centinaio di metri più a valle di Trinità, della tomba di un guerriero, databile al tardo periodo del Gaudo, nella quale fu trovato un corredo funerario con due grandi olle, una brocca, varie cuspidi di frecce in selce e un pugnale di rame, tutti oggetti che attestano l’alto rango del defunto nell’ambito sociale.
Sempre la Dott. Budetta, nell’opera citata, scrive: “L’antico abitato, sorto in epoca arcaica, dovrebbe essere ubicato nella parte centrale della città odierna, nella zona in prossimità dell’attuale Corso Italia”. Questo lascia supporre che la gente del Gaudo insediatasi a Trinità, nel corso dei secoli, con l’aumento numerico degli individui, con un costante miglioramento del livello di civiltà, conseguente al rapporto con altre popolazioni, come Osci, Etruschi e Sanniti abbia, poco alla volta, popolato il banco di tufo carottese. Certamente il nucleo abitato in epoca arcaica, tra lo scorcio del sec. VIII a.C. e il 480 a.C. in un territorio ricco di acqua e di grotte, avrà visto l’arrivo in penisola del mitico Liparo e la fondazione della città di Sorrento.
Quell’abitato arcaico doveva avere un aspetto un po’ simile ai Sassi di Matera, dove le grotte erano, in parte, utilizzate come abitazioni ed in parte come ricovero per gli animali. Grotte ovunque, casupole, strade in terra battuta, un abitato esteso sicuramente dall’attuale Piazza Cota, fino a Gottola, il cui etimo pure deriva dalla parola grotta. Un nucleo adatto ad ospitare uomini e bestie, tanto che il luogo, per i Greci, diventò Carotto, cioè “luogo di grotte”.
Liparo compare nella mitologia greca come il colonizzatore dell’isola di Lipari. Era figlio del re Ausone, quindi nipote di Ulisse. Per colpa dei fratelli fu costretto a lasciare la casa paterna e con un gruppo di guerrieri raggiunse le isole Eolie, dove fondò una fiorente colonia. Un giorno giunse sull’isola Eolo, che fu ricevuto con tutti gli onori dovuti ad una divinità. Il dio dei venti diede in sposa a Liparo la figlia Ciane e, come dono nuziale, gli concesse di tornare sul continente. Eolo tenne per sé le splendide isole ed a Liparo toccò la penisola sorrentina, dove divenne re di una popolazione locale e alla morte venne celebrato come un eroe.
Il popolo delle grotte, a contatto con la civiltà greca evoluta, colta e raffinata, concluse la fase preistorica ed entrò definitivamente nella storia, scoprendo di vivere nella Terra delle Sirene.

COMMEMORAZIONE DEFUNTI 2017 – SERVIZIO NAVETTA

cimitero

ORARIO APERTURA CIMITERO COMUNALE

  • Dal 29 ottobre al  2 novembre
    07,00 – 18,00 (orario continuato)

SERVIZIO NAVETTA

Giorni: 1 e 2 novembre

Orario: dalle ore 8,00 alle ore 18,00 partenza da Piazza Cota ogni mezz’ora

Corsa: Piazza Cota (capolinea) – Corso Italia (1a f. altezza incrocio Via delle Rose – 2a f. altezza incrocio Piazza della Repubblica) – Via Mortora S. Liborio (3a f. altezza ristorante Il Ghiottone) – Via dei Platani (4a f. primo tratto) – Via Trav. G. Maresca – Via G. Maresca (5a f. altezza Comando VV.UU.) – Via G. Maresca (altezza Cimitero)

Ritorno: Via G. Maresca – Via Cavone -  Corso Italia – Piazza Cota

Tariffa: € 1,00 per n. 1 corsa (andata+ritorno)

FESTA DI SAN MICHELE–IL PROGRAMMA DI OGGI

Domenica 1° ottobre 2017

021

ore 19,00 
Chiesa di Santa Teresa

GIUSEPPE GAMBI

Tenore

“Quando il canto tocca l’anima”

Nello-Daniele-01

ore 20,00 – Piazza Cota

NELLO DANIELE

in

“OMAGGIO A PINO”

Schettino-visore.46210_big

ore 21,oo – Piazza Cota

SIMONE SCHETTINO

FESTA DI SAN MICHELE–IL PROGRAMMA DI OGGI

Venerdì 29 settembre 2017

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ore 10,30 – Piazza Cota

Deposizione Corona d’alloro al Monumento ai Caduti
e sfilata della banda per le vie cittadine

ore 12,00 – Piazza Cota

Matinée musicale

school of rock

ore 20,00 – Piazza Cota

School of Rock
Teatro delle Rose

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ore 21,00 – Piazza Cota

Gruppo musicale

ALLERIJA
in concerto

FESTA DI SAN MICHELE–DISPOSITIVO TRAFFICO

polizia-LOCALEAnche la Festa di San Michele quest’anno risente del clima internazionale e le prescrizioni per garantire a tutti la serenità e la sicurezza si fanno giustamente più stringenti. Sintetizzando quello che poi leggerete nel dettaglio diciamo che la sosta dei veicoli sarà vietata su Corso Italia a partire dalla sera del 27 sino alle 24 del 1° ottobre. Che nei giorni della festa il Corso sarà chiuso al traffico dalle 18,00 alle 24,00 e nelle altre ore sarà vietato il transito agli autobus (esclusi quelli EAV) ed agli autocarri fino a 35 q.li. Cosa ancora più importante il traffico veicolare dal 28 settembre alle 14,00 sino a tutto il 1° ottobre, nei periodi di apertura al traffico del Corso, dovrà rispettare come limite di velocità massimo i 10 km/h.

Ed ora riportiamo integralmente il dispositivo di traffico per la Festa Patronale: (come da ordinanza n. 116 del 26/09/2017)

  • in Corso Italia dall’intersezione con via Bagnulo fino a quella con Piazza della Repubblica, Piazza della Repubblica tutta, via delle Rose dall’intersezione con il Corso Italia fino all’altezza del Distributore di carburante, il divieto di sosta con rimozione per tutti i veicoli, dalle ore 22.00 del giorno 27.09.2017 alle ore 24.00 del giorno 01.10.2017;
  • in Piazza Cota, compresa la traversa retrostante la casa comunale, nei giorni 29, 30.09.2017 e 01.10.2017, il divieto di sosta con rimozione per tutti i veicoli dalle ore 16.30 alle ore 24.00, ed il divieto di transito, dalle ore 18.00 alle ore 24.00, nonché in quella parte di Piazza interessata dal montaggio del palco nelle ore e nei giorni che verranno successivamente indicati e resi noti al pubblico nei modi e termini di legge. Al termine del montaggio del palco e fino al termine della manifestazione, verrà istituito il senso unico di marcia direzione monte-mare, eccetto i residenti, in via Casa Rosa e, nella stessa direzione, verrà consentito, ove e quando possibile, il transito nella traversa retrostante la casa comunale;
  • in Corso Italia, per consentire lo scarico delle merci e l’allestimento dei banchi di vendita, il giorno 28.09.2017 dalle ore 14.00 fino al termine delle operazioni o al massimo fino alle 17.00, il divieto di transito per tutti i veicoli. Inoltre dalla data sopra indicata e fino allo smontaggio degli stand espositivi, viene istituito il limite di velocità massima di 10 Km/h;
  • in Corso Italia e Piazza della Repubblica nei giorni 29, 30.09.2017 e 01.10.2017 dalle ore 18.00 alle ore 24.00, il divieto di transito per tutti i veicoli. Inoltre dalle ore 9.30 alle ore 24.00 dei giorni indicati, il divieto di transito per tutti gli autobus e per gli autocarri fino a 35 q.li (con eccezione della linea EAVBUS per Sorrento che potrà circolare fino alle ore 18.00)
  • in via Cavottole nei giorni 29, 30.09.2017 e 01.10.2017 dalle ore 16.30 alle ore 24.00 ed il giorno 28.09.2017 dalle ore 14.00 alle ore 24.00, il divieto di sosta con rimozione per tutti i veicoli ed il doppio senso di circolazione dall’intersezione con via S. Teresa fino all’ingresso del Parcheggio Cavottole;
  • in via delle Rose dall’intersezione con via Mercato fino a quella con il Corso Italia, nei giorni 28, 29, 30.09.2017 e 01.10.2017, il senso unico di marcia con direzione mare-monte

CONSULTE – IL COMUNE DI PIANO RIAPRE I TERMINI

Il Comune di Piano di Sorrento riapre i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse da parte dei singoli cittadini finalizzate alla nomina dei nove componenti per ciascuna delle seguenti consulte:

1) Consulta delle Attività produttive e del Turismo;

2) Consulta delle attività culturali-artistiche dello sport e del tempo libero;

3) Consulta dell’Ambiente, Territorio, Ordine Pubblico, Viabilità e Protezione Civile;

4) Consulta delle attività sociali e dell’Istruzione;

5) Consulta dei Borghi di Piano di Sorrento;

il nuovo termine è fissato per il giorno 15 novembre 2017. Per chi fosse interessato alleghiamo il modulo per presentare la domanda. Si precisa che ogni singolo cittadino puo’ presentare domanda per una sola delle consulte.

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GIUSPATRONATO E LAMPIONI A LED…..

tricornoA distanza di qualche giorno mi tocca tornare sul tema a me caro del giuspatronato. Ci debbo tornare poiché sui social e su qualche giornale il dibattito s’infiamma e spesso si scrive senza cognizione di causa. In primo luogo occorre sfrondare i vari interventi da tutta l’inutile retorica di cui sono infarciti. Ripuliti gli interventi di questi unitili orpelli che servono solo a mascherare l’esiguità degli argomenti di chi cerca di affossare una bella tradizione di concreto rimane ben poco, poco che cercherò di andare a d esaminare.

Chi siamo noi per giudicare un sacerdote?”

E’ vero che noi cittadini nel votare operiamo una scelta e quindi “giudichiamo”, ma giudichiamo solamente chi, a nostro parere, è il sacerdote più adatto a guidare la parrocchia in base a parametri squisitamente soggettivi. Voler forzare la mano ed intendere tale giudizio esteso alla stessa figura dei sacerdoti candidati vuol dire non conoscere il regolamento diocesano che porta all’elezione del Parroco.

La procedura inizia con una cinquina di sacerdoti che viene scelta dal presbiterio diocesano con voto segreto tra tutti i sacerdoti dell’Archidiocesi che abbiano le doti e le attitudini spirituali, morali, pastorali e culturali per reggere il popolo di quella determinata parrocchia (art. 4). Il Vescovo, sentito il Consiglio Presbiterale Diocesano, da quella cinquina ne sceglierà tre da sottoporre al voto popolare (art. 6). E’ chiaro che da una simile e qualificata selezione emergeranno tre sacerdoti le cui qualità non possono essere messe in discussione. Quindi nel voto non giudichiamo il sacerdote in quanto tale ma si esprime solo una preferenza su chi dei tre, le cui qualità sono state già acclarate con una procedura ben codificata, sia a nostro avviso il parroco ideale.

Il diritto di giuspatronato è anacronistico anche perché ormai nessuna famiglia contribuisce al sostentamento del clero e della parrocchia”

Questa è un’altra delle obiezioni più frequenti con cui chi, come me, difende questa tradizione deve scontrarsi. Anche questa sembra un’argomentazione difficile da demolire, sembra a chi non conosce la storia e non si prende la briga di documentarsi. Sull’anacronismo dobbiamo convenire che la Chiesa è infarcita di Riti anacronistici che visti da chi è culturalmente lontano da essa sembrano senza senso. Io adoro i Riti della Settimana Santa quindi vi prego di non fraintendermi e non montare un caso anzi vi chiedo con me di fare uno sforzo e per un momento guardare a questi Riti con gli occhi di un alieno. Vedreste in una notte di inizio primavera centinaia di adulti in giro per le vie del paese incappucciati e recanti vassoi pieni di cianfrusaglie (dadi, guanti, monete etc.) alla luce di lanterne a cera, più anacronistico di questo! Eppure per noi carottesi tutto ha un senso, tutto ha una ragione e mai ci sogneremmo di definire questi riti secolari anacronistici, di certo sarebbe più consono utilizzare ad esempio luci led al posto delle lanterne di cera ma ovviamente si rispetta la tradizione.

Sul sostegno economico alla parrocchia, che è fondamento del giuspatronato, bisogna ammettere che attualmente le famiglie non finanziano più con regolarità il nostro clero anche se in caso di necessità sono sempre intervenute, si pensi alla raccolta fondi per il restauro della nostra Basilica dopo il terremoto del 1980 o alla realizzazione delle porte di bronzo, ma la risposta sul permanere del diritto di giuspatronato la ritroviamo come spesso accade nella Storia.

C’è un prezioso libretto di don Vincenzo Simeoli intitolato appunto “Jus Patronatus” che venne dato alle stampe nel luglio del 2000 in soli 200 esemplari. Dal testo apprendiamo che il 10 ottobre 1822 Re Ferdinando con un editto invitò i patroni a pagare il dovuto per il mantenimento del clero. L’invito non venne rispettato dalle 7 parrocchie e quindi il diritto di giuspatronato doveva considerarsi estinto. Accadde però che gli arcivescovi del tempo con esplicita dichiarazione fecero conoscere che volevano che i figliani di quelle parrocchie rimanessero nel loro diritto a condizione che entro 6 mesi avessero provveduto all’integrazione delle doti così come previsto dall’editto di Re Ferdinando I. Nell’archivio della Curia sono conservati gli atti notarili che vincolavano le rendite per il fine stabilito e questi atti sono inseriti nella pratica di elezione di ogni parroco eletto dopo il 1822. Quindi quelle rendite dai nostri avi vincolate alle necessità delle parrocchie ancora esistono ed ancora producono reddito e l’hanno prodotto in tutti questi decenni ed è su questa base che si fonda il permanere del diritto di giuspatronato. Ed è per questo che il Vescovo o il Papa non potranno mai revocarlo se non con un accordo con la controparte (noi fedeli), il nostro giuspatronato non è un privilegio ma un diritto derivante da un onere che tuttora grava sulla collettività (mancato godimento di quelle rendite da parte nostra a favore delle parrocchie). Quindi il tutto puo’ configurarsi come un vero e proprio contratto cui la singola parte (fosse pure il Papa) non puo’ derogare.

Vi sono poi altre obiezioni di minore o nulla importanza, c’è chi paventa un pericolo di divisione tra i fedeli a causa di una eventuale campagna elettorale citando esempi recenti. Beh in una tradizione secolare di eventi del genere se ne ricorda solamente uno, quello recentissimo relativo all’ultima elezione, un po’ deboluccia come motivazione, se su 100 elezione una è andata male è quest’ultima l’eccezione e non la regola! Leggere poi che le elezioni sono “scempio ecclesiale opera del demonio” e che tale dichiarazioni arrivano dall’ultimo dei parroci eletti mi fa cadere letteralmente le braccia, dichiarazioni come queste sono anacronistiche e prive di senso!!!

Altra ridicola obiezione è che potrebbero recarsi alle urne anche i non battezzati. In teoria il problema si porrebbe ma in primo luogo la percentuale dei non battezzati è irrisoria rispetto al totale degli aventi diritto e se pure nell’improbabile ipotesi si recassero tutti a votare influenzerebbero poco l’esito della consultazione. Poi mi chiedo per quale motivo dovrebbero recarsi a votare? E se pure lo facessero che danno potrebbero fare? La scelta è comunque limitata a tre sacerdoti scelti con i metodi di cui sopra e quindi tutti meritori e di provata fede e capacità.

Insomma la lotta continua, non con le carte bollate (quelle le lasciamo volentieri ad altri), ma con lo spirito di chi vuole documentarsi e documentare perché questi, pur nel contrasto, sono eventi che fanno crescere la conoscenza della nostra storia e la consapevolezza che le nostre tradizioni sono preziosi tesori da custodire, preservare e tramandare, TUTTE senza eccezioni.

IL CAVALLO IN CHIESA ED IL GIUSPATRONATO

160539004-2d5be87c-9858-4064-aeea-d610a98d3af0Già vi sento mormorare “e mo’ questo che vuol dire?” seguitemi, se volete, e capirete.

Sto leggendo in questi giorni come, da una conferenza stampa indetta dai fedeli di Sant’Agnello, sia emersa la loro volontà di procedere alla denuncia del nostro Vescovo per aver violato il diritto canonico e chiedere di conseguenza la revoca della nomina di don Francesco ad amministratore parrocchiale. Dico subito che è una scelta che, nel mio piccolo, non condivido per vari motivi. Il primo e più importante è che il nostro Vescovo in tutti questi anni non ha mai commesso violazione alle norme del diritto canonico o, per meglio dire, alla loro interpretazione letterale. E’ suo diritto, anzi è suo dovere, nominare un amministratore parrocchiale che governi la parrocchia sino all’elezione del nuovo parroco, con i limiti di cui al canone 540 comma 2. Detta carica è provvisoria ma, per quanti sforzi io abbia fatto, non ho trovato nessuna norma che fissi un termine alla sua durata. Quindi non vi è alcuna illegalità formale nel suo agire sino ad ora.

Mi direte “ma proprio tu hai parlato di reati, di illegalità ed ora ti rimangi tutto?”. Qui veniamo al secondo punto per cui le scelte santanellesi non mi convincono. In questi 11 anni in cui ho attaccato anche duramente la diocesi l’ho fatto avendo bene in mente che i miei strali erano diretti ad un’istituzione che dovrebbe porre in primo piano la coscienza, l’etica,  il retto agire al di là delle fredde norme. Mi rivolgevo quindi alla coscienza del Vescovo e non ai suoi avvocati, i reati e l’illegalità erano riferiti alla moralità di certe scelte. Io sono sempre stato convinto che le tradizioni si difendono mettendo sul tavolo non le carte bollate ma il cuore. Tutti noi dobbiamo sforzarci di capire come un sacerdote catapultato in una realtà molto particolare come la nostra, fatta di riti secolari, fatichi a capirli ma soprattutto fatichi a sentirli suoi. Don Franco ha bisogno di sentire nel suo cuore, nella sua anima, quanto noi siamo legati a quelle tradizioni eredità dei nostri avi (compresa l’elezione del Parroco) che sono la nostra storia e la nostra identità, e questo puo’ avvenire solo mettendo davanti a lui i nostri cuori, la nostra indignazione e anche la nostra determinazione e non certo fredde carte bollate che non porteranno a niente.

A questo proposito vi propongo un esempio. Immaginate di trovarvi a Siena alla vigilia del Palio e di recarvi in una delle Chiese delle contrade, lì vi troverete al cospetto di un cavallo al centro della navata che viene benedetto dal sacerdote (video) (addirittura se il cavallo lascia un “ricordino” in Chiesa è buon segno), per noi che nel cuore non portiamo quelle tradizioni è una scena blasfema e di certo, se ne avessimo il potere, cacceremo dalla casa di Dio quell’animale. Eppure è un momento di profonda religiosità ma per viverlo e capirlo bisogna avere non solo la conoscenza della tradizione, ma averla assimilata, metabolizzata, occorre in sintesi essere nel profondo un contradaiolo.

Ecco spiegato il cavallo in chiesa del titolo. Per don Franco nuovo alle nostre tradizioni, alla nostra realtà culturale, le elezioni del parroco sono l’equivalente del cavallo a Siena. Non le capisce o, per meglio dire, il suo cuore non le ha ancora accolte. Ci vuole tempo, ci vuole pazienza ma alla fine dovrà rendersi conto che un buon pastore deve essere parte del suo gregge, ne deve sentire le emozioni e farle proprie, ne deve sentire la Storia e sforzarsi di sentirsi parte di essa. Come a Viterbo gridano i facchini della macchina di Santa Rosa dovrà un giorno anche lui gridare con noi “Semo tutti d’un sentimento” cioè siamo, io Vescovo e voi fedeli, una sola cosa, una sola emozione ed allora le elezioni saranno anche per lui una priorità. Solo allora sarà veramente uno di noi, il nostro Pastore, la nostra guida e, ripeto, questa meta si potrà raggiungere solo con una battaglia d’amore (per le tradizione e per la nostra Chiesa) e mai con le carte bollate.

SELEZIONE VOLONTARI PER IL GRUPPO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

Se sei interessato ad entrare a far parte del Gruppo di protezione civile del comune di Piano di Sorrento, CLICCA QUI, scarica il file pdf della domanda, compilala e portala al protocollo del comune entro il 27 settembre prossimo… ti aspettiamo!

PIZZA FEST–Piazza Cota

Locandina_Pizzafest_e_Shopping_2017_Piano_di_Sorrento

Dispositivo traffico

dalle ore 18.00 alle ore 24.00 dei giorni 28 – 29 e 30 Agosto 2017:

1) il divieto di sosta con rimozione coatta dei veicoli e l’interdizione al traffico veicolare in Piazza Cota;

2) il divieto di sosta con rimozione coatta dei veicoli in via Delle Rose, dall’incrocio con C.so Italia fino al Cinema Delle Rose, e l’interdizione al traffico veicolare della stessa strada dall’incrocio con il Corso Italia fino all’incrocio con via Mercato;

3) il divieto di sosta con rimozione coatta dei veicoli e l’interdizione al traffico veicolare sul C.so Italia dall’intersezione con via Bagnulo e fino al’intersezione con Piazza della Repubblica, sarà consentito l ‘accesso ai residenti di via Cavoniello. Il traffico diretto a Sorrento sarà deviato per via Cavone /via dei Platani;

4) il divieto di sosta con rimozione coatta dei veicoli in via Cavottole, nel tratto che va dall’ingresso del parcheggio  all’Istituto Nautico, nello stesso tratto viario è istituito il doppio senso di circolazione.

5) iI divieto di accesso in via G. Maresca, dall’incrocio con la Trav G. Maresca e fino al C.so Italia, eccetto i residenti in quel tratto di strada ai quali è consentito il doppio senso di circolazione.

OMAGGIO A SACCO E VANZETTI

Sacco_e_Vanzetti

Difficilmente questo blog si discosta dagli eventi carottesi per lasciare spazio ad opinioni personali, mi sembra però giusto ricordare a 90 anni dalla morte gli Italiani Sacco e Vanzetti, uccisi dalla “giustizia” americana con l’unica colpa di essere “dirty italian” ed anarchici.

Chi vuole può leggere la loro storia cercando su internet, quella è la loro, la nostra storia di emigranti che si portano con loro un fardello di pregiudizi. A loro è stata dedicata dal maestro Morricone la struggente canzone “Here’s to you” ma mi è sembrato banale dedicargliela ed allora ho optato per la bellissima canzone di Guccini, un inno all’Anarchia senza tempo e senza età.

UN SORRISO IN COPPIA – Villa Fondi

24 agosto

ZADEN TRIO–Villa Fondi

manifesti zadeno trio