la settimana santa

I PROSSIMI EVENTI A PIANO DI SORRENTO

INIZIANO LE PROVE DEL CALVARIO–IL NOSTRO INNO

16992281_1770665263253595_8790279412952585733_oCi sono immagini e suoni che, ovunque noi ci troviamo, ci riportano alla nostra terra, alla nostra Piano di Sorrento. Per le immagini il collegamento è più che ovvio, se vedo il campanile della mia Basilica o una veduta della Marina di Cassano la mente è normale che viaggi verso carotto, sui suoni invece il collegamento è più intimo, più personale, non universalmente valido. Una musica che per la stragrande maggioranza delle persone non significa assolutamente niente per chi ha una storia personale legata ad un territorio puo’ essere fonte di forti emozioni. Ora se io dovessi chiedere ai miei concittadini quale musica voi identificate immediatamente con Piano di Sorrento, la risposta sono certo sarebbe una sola “Il Calvario”. L’inno dei Neri per noi che lo abbiamo ascoltato o cantato da piccoli non è una semplice melodia che accompagna gli incappucciati, quelle note, quelle parole SONO la Settimana Santa, di più SONO l’essenza stessa di Piano, uno dei fondamenti del nostro dirci comunità. Quelle strofe che tutti sappiamo a memoria nessuno ce le ha insegnate eppure sono lì nella nostra mente e nei nostri cuori, da più di un secolo echeggiano sempre uguali per le vie del nostro paese, le hanno cantante i nostri avi alla luce della luna piena, e le canteranno i nostri figli. Ricordo un racconto di un mio amico marittimo che mi disse che qualche anno fa era in navigazione in pieno oceano e, la notte del Venerdì Santo, sentì provenire dalla cabina accanto le note del Calvario, era un suo collega carottese che si era procurato una registrazione e sull’onda di quella melodia si era lasciato trasportare per qualche minuto anche lui sulle strade del paesino ed idealmente assisteva, in mare aperto, allo sfilare degli incappucciati. Ma la magia di quell’inno non si ferma nel trasportarci nello spazio, quello che più impressiona è la sua capacità di portarci indietro nel tempo, ascoltandolo ci vengono alla mente le ore passate con i nostri genitori in attesa che la Processione arrivasse, risentiamo la mano di nostro padre che stringe la nostra spaventata da quelle nere figure che poi sarebbero diventate a noi familiari, rivediamo il volto segnato dalle lacrime di don Alberto che amava a tal punto questo Inno da commuoversi sin dalle prime note. E’ una magia, un’emozione, che fortunatamente riusciamo a rivivere ogni anno grazie all’amore ed ai sacrifici di chi, dal Priore all’ultimo dei Cerimonieri, dedicano tempo e fatiche per preservare questo immenso tesoro di cui sono custodi. Credo che alle nostre processioni si possa togliere tutto, lampioni, martirii, labari, ma sì anche il Miserere, ma non si possa prescindere dal Calvario perché quell’Inno E’ la Processione, la sua anima, la sua storia, il suo legame con le origini e la promessa per il futuro! Domenica inizieranno le prove e spero che i genitori portino i loro bambini a vivere questa meravigliosa esperienza, lo facciano per permettergli di vivere la tradizione e per permettere alla tradizione di sopravvivere, lo facciano con gioia e consapevoli che la crescita dei propri figli avviene anche nel farli sentire parte di una comunità, parte di qualcosa che i loro avi crearono e che loro poi saranno chiamati a portare avanti e a trasmettere alle generazioni che verranno. Dai 5 ai 12 anni il loro posto è lì tra le file del Calvario a cantare a piena voce quelle parole che furono cantate da loro padre e prima ancora dal nonno e prima ancora dal bisnonnno, a cantare quelle parole che canteranno i loro figli ed i loro nipoti. Il Miserere valanga, come lo definì l’ultimo Parroco di Piano, per loro puo’ aspettare, del Miserere valanga si puo’ fare a meno, del Calvario assolutamente no!

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