la settimana santa

I PROSSIMI EVENTI A PIANO DI SORRENTO

IN SETTIMANA SAN MICHELE PARTIRA’ DA PIANO PER ESSERE RESTAURATO

1464704_889513694414346_7240900767391188716_n In settimana la statua del nostro Patrono, l'Arcangelo Michele, lascerà la Basilica per raggiungere il luogo dove verrà sottoposto a restauro. Appena il Priore dell'Arciconfraternita Morte ed Orazione, che ne cura l'intera operazione, ci comunicherà, come promesso pubblicamente oggi, il giorno e l'ora della partenza sarà mia cura informare tutti i carottesi che vorranno salutarlo!

CIRO FERRIGNO CI RACCONTA LA STORIA DI BARTOLO CIOFFI

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dal profilo Facebook di Ciro Ferrigno

Sessanta anni fa, esattamente nell’agosto del 1955, lo scorrere sereno dei giorni, a Piano di Sorrento, fu letteralmente sconvolto da un fatto di cronaca terribile e funesto. Scomparve un ragazzo: Bartolo Cioffi, poco più che un bambino, tredici anni appena, garzone presso la pasticceria Cadolini, in Via San Michele. Un ragazzino intelligente, vivace, esile, di bella presenza, capelli tendenti al biondo, occhi luminosi. Le ricerche durarono giorni e giorni e, con la famiglia, si mobilitarono le Forze dell’Ordine ed il paese tutto. Gruppi di uomini con a capo Giuseppe, il padre del bambino, setacciarono il territorio, cercarono dovunque, senza esito. Erano gli anni difficili della ripresa, dopo quelli della guerra, e Piano, mentre contava ancora gli uomini morti al fronte, si rimboccava le maniche e, con l’operosità che le è propria, innalzava nuovi palazzi, colmava il vallone San Giuseppe per ottenere spazi nuovi, apriva strade, si avviava a costruire scuole e si inebriava al profumo delle sfogliate calde della rinomata pasticceria che, dopo gli anni duri della fame, erano tornate quale dono di Dio e degli Americani liberatori.
Bartolo era sparito e, col passare dei giorni, la famiglia viveva lo spasimo dell’inutile attesa e dell’angoscia. Come e perché era scomparso, chi e perché l’aveva rapito, dov’era finito, chi e perché avrebbe potuto fargli del male? La comunità viveva con la povera signora Immacolata, la madre, tutto lo sconforto di questi interrogativi e i bambini erano guardati a vista e, in piena estate, tenuti chiusi in casa contro il loro volere. In America c’era la “Mano Nera” che rapiva i bambini, che fosse arrivata anche in Italia? La paura creava ombre e fantasmi. Tutto era sospeso, in attesa del ritorno di Bartolo.
Passarono i giorni, le settimane, fino a quando, circa un mese dopo, ci furono dei fatti nuovi. Fu murato il pozzo, dove un tempo veniva raccolta l’acqua piovana, non più attivo dopo la costruzione dell’acquedotto sorrentino. Infatti, da quella cisterna, posta nel cortile interno, proveniva un miasma insopportabile ad ogni ora del giorno. Inoltre, zanzare, mosconi ed ogni sorta di insetti danneggiavano la panificazione, nel forno di don Pietro Cadolini, situato nelle immediate vicinanze della cisterna stessa ed a lato della pasticceria del fratello Giuseppe. La circostanza non sfuggì, anzi creò sospetti nell’opinione pubblica. D’altra parte, si racconta che Bartolo rivelasse, in sogno alla madre, di trovarsi in fondo al pozzo. Le Forze dell’Ordine eseguirono nuovi sopralluoghi e dalle profondità della cisterna venne fuori il corpicino, in avanzato stato di decomposizione. La popolazione tutta seguì l’operazione di recupero, affollando Via San Michele, fino all’inverosimile.
Si parlò di incidente sul lavoro, di disgrazia, di pedofilia, di tutto, proprio di tutto. L’opinione pubblica si divise in due partiti opposti: c’era chi considerava responsabili della morte del garzone i Cadolini e chi li difendeva a spada tratta e attribuiva la scomparsa del ragazzo alla sua estrema vivacità. Bartolo era considerato uno “ccu l’arteteca” uno che “va cacanno pericule”. E da qui al dire che, scavalcando i muri dei giardini, era caduto giù per disgrazia, il passo fu breve. Rami di alberi pieni di frutta matura, dal giardino prossimo al cortile, pendevano nel cortile stesso, proprio sulla famigerata cisterna. Forse il ragazzo per coglierla aveva perso l’equilibrio? Testimoni ricordano che il pozzo, all’epoca, era coperto solo da pezzi sconnessi di legno marcio. Inoltre alcune persone attestano che spesso il ragazzino, per tornare a casa, non andava per la strada, ma scavalcava i muri dei giardini, fino ad arrivare a destinazione.
All’epoca non c’erano ancora tutti gli strumenti scientifici, che permettono la ricostruzione puntuale di ogni fatto di cronaca nera. Certo è che la storia rimase irrisolta, non furono chiarite le circostanze del decesso, né, tanto meno, le responsabilità dirette o indirette di qualcuno. In tali condizioni fu molto difficile per la famiglia del giovane Bartolo rielaborare il lutto, rassegnarsi e recuperare una certa serenità. Quando il caso fu chiuso, i Cadolini si recarono a piedi a Pompei per ringraziare la Madonna, avendo visto riconosciuta la loro innocenza. La famiglia Cioffi scelse il silenzio e l’accettazione della volontà di Dio, che è Padre di misericordia, ma anche dispensatore di vera giustizia, nel Suo “Mondo della Verità”.

ENSEMBLE DI ARPE E PERCUSSIONI – Chiesa Monastero Agostiniane

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PREMIO CAROTTESI CHE SI FANNO ONORE – Villa Fondi

Premio Carottesi che si fanno onore

DOMENICA 4 GENNAIO – ORE 10,00
Piano di Sorrento – Villa Fondi

PREMIO
CAROTTESI CHE SI FANNO ONORE

I premiati di quest’anno:

Prof.ssa CECILIA COPPOLA
per il suo inesauribile impegno verso i bambini e giovani di numerose nazioni nel mondo per creare un futuro senza barriere e discriminazioni di razze in nome della Pace, della tutela dell’Ambiente e del patrimonio culturale e sociale di ogni popolo

Chef CRISTOFORO TRAPANI
per la sua attività professionale verso una gastronomia attenta e rispettosa a cogliere le opportunità dei prodotti agricoli, ricchi di gusti, colori e varietà che promuovono la cucina del territorio ad esprimersi in nuovi confini

Seguirà il concerto della
S.C.S. Sorrento Sinfonietta Sinphony Orchestra
con musiche di Strauss, Brahms, Tchaikovsky e Bizet